I cittadini del litorale laziale, conoscono bene quel breve tratto di costa che dopo aver superato il comune di Nettuno, deviando a destra per Foce verde, consente di raggiungere prima un comodo parcheggio e poi a piedi o in bicicletta, attraverso un comodo sentiero il paradiso naturalistico che si cela all'interno, facente parte del demanio militare dello Stato. Lo scorso 19 settembre, Giornata Europea del Paesaggio 2010, l'area di Torre Astura ha aperto anche i cancelli delle sue aree più recondite, consentendo di visitare quell'intricato bosco di caducifoglie e altre interessanti varietà arboree ma anche emergenze archeologiche a testimonianza dell'amenità e apprezzamento del luogo durante i secoli.
L'associazione O.N.D.A. onlus, l'Istituto PANGEA onlus e le Associazioni A.P.A., AIRONE 2000, Cittadini Informati, A Ruota Libera Onlus, Diaphorà e AIFO in collaborazione con il Comune di Nettuno e il Comando Militare UTTAT hanno unito le forze per regalare una giornata unica ed esclusiva: "Torre Astura tra stelle, suoni e sapori".
Lo scenario della manifestazione è stato il percorso storico, naturalistico e letterario che si è snodato attraverso il sentiero che costeggiando inizialmente il fiume Astura ha consentito a quasi un centinaio di visitatori di immergersi nel bosco planiziario e nella pineta, lambendo l'acquedotto romano e la villa di Cicerone per terminare presso Torre Astura, magicamente posta tra i flutti colorati per l'occasione dai riflessi rosati di uno splendido tramonto.
Il luogo, meta segreta di bagnanti in cerca di quiete è ricco di storia: sorgeva qui infatti un insediamento romano militarmente strategico da essere indicato sulla tabula Peutingeriana e depredato dei suoi tesori fino agli anni 70 e di cui restano numerose rovine soprattutto intorno alla Torre dove si trovano i resti in parte sommersi di impianti termali e vasche per la piscicultura.
Per le scoperte più recenti e per avere notizie di " Nello" il guerriero del III millennio a.C potete visitare questo sito. Il luogo veniva spesso citato nelle opere di Plutarco e Livio che associavano Astura con il " flumen", mentre veniva chiamata " insula " la struttura fortificata, un tempo separata dalla costa.
Strabone ricorda la foce dell'Astura anche come luogo di approdo e ancoraggio, similmente arcuato come i porti antichi di Anzio e Pozzuoli.
Qui ebbero residenze gli imperatori Augusto, Tiberio e Caligola. Da questo " locus amoenus", Cicerone scriveva nell'anno 708 le sue lettere all'amico Attico (XIX ).
Andando invece alla storia più recente si ricorda la triste fine di Corradino di Svevia, nipote di Federico II, dopo la definitiva sconfitta subita nei pressi di Tagliacozzo.
La battaglia di Tagliacozzo avvenuta il 23 agosto 1268 rappresentò l'ultimo atto della potenza sveva in Italia. La fine di Corradino è legata a Torre Astura in quanto egli travestito da " asinaro" e in attesa di imbarcarsi con pochi fedeli, per sfuggire alle truppe ghibelline sostenitrici di Carlo D'Angiò, chiese l'aiuto del signorotto del luogo, tale Giovanni Frangipane(casata che deteneva dal 1193 le terre ed il castello di Astura) che dissimulando le sue vere intenzioni e contrariamente a quelle regole cavalleresche in uso tra nobili, lo consegnò direttamente alle truppe di Carlo D'Angiò. ( La faccenda in realtà fu alquanto ingarbugliata e potete leggerne i dettagli nella Storia di Roma di F.Gregorovius).
Corradino venne condotto dopo breve tempo a Napoli dove venne decapitato in piazza Moricino il 29 ottobre 1268.
L'evento è da considerarsi cruciale per la storia, infatti la caduta degli Hohenstaufen dal trono imperiale e da quello di Sicilia, aprirà il nuovo capitolo della dominazione angioina nel nostro paese con il resto che poi seguì.Chi si trovasse a passare per Napoli rammenti che nella chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato, si trova una delle testimonianze più suggestive del triste evento. Si tratta di una colonna commemorativa in porfido che reca incisa questa frase:
Asturis ungue leo pullum rapiens aquilinum hic deplumavit acephalumque deditovvero: il leone artigliò l'aquilotto ad Astura, gli strappò le piume e lo decapitò. Invece è nella chiesa di Santa Maria del Carmine che riposano le spoglie di Corradino: qui si ammira il monumento funebre dello sventurato principe, fatto erigere, secoli dopo, da Massimiliano II di Baviera e disegnato dallo scultore danese Bertel Thorvaldsen
Tornando alla nostra visita, devo rammentare che prima dell'accesso al bosco, un tempo intricata selva di Astura, due falchi hanno cominciato a volteggiare alti nel cielo quasi volessero comunicare che quello che stavamo per occupare per breve tempo era il loro territorio.Rammentando alcune pagine del Nibby ho riflettuto che forse l'apparizione di quei due splendidi rapaci ci stava suggerendo la corretta etimologia di Torre Astura: infatti l'Astore (Astur palumbarius) è un grande uccello rapace diurno e forse gli antenati dei volatili visti oggi già vivevano in questi luoghi adatti agli imperatori, ai poeti ma anche ai rapaci avvezzi a vivere nel folto di questa boscaglia ed a cacciare prelibate prede riservate un tempo alle " venationes" degli imperatori .
All'interno del bosco la limitata presenza umana ha consentito a querce, farneti e roverelle di sostituire gran parte dei pini non spontanei introdotti dall'uomo.
Il risultato è un intrigo vegetale, oggi limitato ma che stupì lo stesso Gregorovius qui in visita nel 1854, ma che ispirò D'Annunzio che amava particolarmente questi luoghi e sono numerose infatti le lettere scritte durante i suoi soggiorni a Nettuno.
Le doviziose spiegazioni di un esperto di educazione ambientale (associazione ONDA),
hanno consentito di leggere tra i rami e le foglie la cronologia di questi luoghi e di far scoprire la denominazione di organismi vegetali, tracce di animali e strane escrescenze denominate " galle ".
Queste ultime si trovano su alcune parti di piante, sulle foglie, sui rami e sulle gemme e hanno ovviamente forme diverse e curiose. Si formano in seguito alla puntura di alcuni insetti (Cinipidi e altri) che al loro interno depositano le loro uova. In questo sito dedicato ad animali e piante potrete vedere le foto di tipi diversi di galle: http://www.lucianabartolini.net/le_galle_delle_piante.htm
Dopo l'escursione nel bosco è seguita la lettura di un brano poetico di D'Annunzio curato dall'associazione Pangea e che descriveva efficacemente la natura di questo luogo magico.
Un aperitivo con mozzarelline dell'Agro pontino, tartine e vini leggeri del territorio ha poi consentito di recuperare le energie e continuare le attività predisposte dalle varie onlus, inclusa l'osservazione astronomica del sole, di venere e della luna, grazie a diversi telescopi messi a disposizione dall' Associazione Pontina di Astronomia.
Uno splendido tramonto ha accompagnato la visita alla rocca di Torre Astura circondata dai flutti e resa ancora più piacevole dai caldi colori di una spiaggia straordinariamente disseminata di alghe e conchiglie multicolori alle quali facevano da sfondo i rossi mattoni in opus reticulatum su cui passeggiava forse, un tempo Cicerone e dove con molta probabilità D'Annunzio dedicava sonetti appassionati a Eleonora Duse.
La sensazione nostra è stata sicuramente più piacevole di quella certamente più poetica descritta dal poeta Aleardo Aleardi che così presenta Torre Astura: Sull'estremo lemboMentre si fa buio tra gli alti pini affacciati sull'antico porto di Astura, signore eleganti, amministratori locali in giacca e giovani in bici continuano a raggiungere l'area illuminata: la musica si mescola al pacato sciabordio delle onde del mare e si è portati a non parlare per non rovinare l'incanto di questo luogo di falchi, di poeti e dove il destino recò lo sfortunato principe "Pallido, e bello, con la chioma d'oro, Con la pupilla del color del mare". (potete leggere in questo link l'intero canto di Monte Circello scritto da Aleardo Aleardi .
De la cerula baia, ove i fastosi
Avi ozïâr nei placidi manieri,
Ermo, bruno, sinistro èvvi un castello.
Link utili
http://www.istpangea.it/
http://www.nettunocitta.it
http://www.castellidelazio.com/castelloditorreastura.htm
http://www.nettunocitta.it/monumenti/torre%20astura2/torre%20astura%2003.htm
autore:Rolando Profita
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