Siamo certi che molti dei nostri lettori non abbiano difficoltà nel localizzare o rammentarne qualche caratteristica saliente, allorquando vengono citate loro, antiche popolazioni italiche.
Tutti conoscono gli Etruschi o i Sabini o i fieri Ernici ( a dx in un disegno di S.Toppi), mentre basta aver letto qualcosa di altre regioni per parlare di Elimi, Sicani o dei Liguri. Molti inoltre conoscono i territori africani associati al popolo dei Berberi o a quello dei Masai.
Sembra però ci sia una sorta di pesante velo carico della polvere dei secoli che impedisce di far fluire nomi, fatti e storie recenti da quel territorio ampio e ricco di genti che per prossimità ha preso il nome dalle sue montagne:il Caucaso.
Se guardate tale imponente catena montuosa con Google map vi apparirà come una gigantesca cerniera frastagliatissima di oltre 1200 Km che sembra voler unire il mar Caspio con il Mar NeroNelle diverse epoche queste montagne hanno costituito un solido baluardo a difesa delle tribù che ne hanno abitato le sue vallate e che sono state anche terra di transito privilegiata tra l'Oriente e l'Occidente e tra l'Asia e l'Europa.
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In queste aree le etnie che si sono via via succedute, combattute o disperse altrove, sono state molte decine ma i loro nomi non ci sono molto familiari pur usando termini che forse provengono proprio da queste aree geografiche.
Cosa sappiamo degli Alani o dei Cimmeri ? In quali territori vivono i Chazari, gli Abkazi, i Cabardini o i Circassi ?
Anche gli stati e le aree geografiche hanno confini confusi e nomi poco familiari: sapreste localizzare a mente la Repubblica di Adighezia o dove vivano gli l'Osseti ?. Allorquando poi si comincia a leggere e a cercare di saperne qualcosa, si intuisce tuttavia il fluire dei secoli in queste terre e il desiderio di identità private della loro origine, per ognuno di quei gruppi coinvolti nel gioco della conquista e dove in molti sono stati costretti alla fuga, rimedio ultimo alla sudditanza verso il nuovo potente di turno.
Nel 1875 Edmondo De Amicis non ancora trentenne fece un viaggio a Costantinopoli, odierna Istanbul, scrivendone un reportage che sarebbe stato degno di una trasposizione cinematografica.
Attraversando il ponte di Galata affollatissimo di stravaganti figure in movimento, lo scrittore così li descriveva:
"Le figure che dan più nell'occhio in quella folla, sono i Circassi, che vanno per lo più a tre, a cinque insieme, a passo lento, pezzi d'uomini barbuti, dalla faccia terribile, che portano un grosso berrettone di pelo alla foggia dell'antica guardia napoleonica, un lungo caffettano nero, un pugnale alla cintura e una cartucciera d'argento sul petto".
Potete ascoltare ulteriori brani su Costantinopoli in queste pagine del National Geographic.
Nel 1866 si rappresentava al Real Teatro S.Carlo di Napoli uno spettacolo coreografico dal titolo: " Zoraide o la schiava circassa". Le scene erano composte da "popolo di varie nazioni, mori, eunuchi, odalische ecc." e dalla bellissima Zoraide, una avvenente circassa di Adrianopoli, stereotipo della seducente concubina dell'harem del sultano.
L' uso di tali figure era stato trasmesso dalla letteratura orientalista che insieme ai dipinti che ad essa si richiamavano, aveva costruito un immaginario mondo orientale non sempre rispondente alla realtà, più tranquilla e noiosa, dei serragli ottomani, ma di straordinario richiamo negli spettacoli teatrali e artistici e utile anche per sedurre i consumatori con le merci più disparate.Si trovano ancora oggi le immagini di cosmetici ( vedi a destra) in voga nel XVIII secolo con l'aggettivo "circasso", onde sottolinearne il particolare effetto seduttivo, come quello usato dalle ammalianti donne circasse.
Nel celebre Circo Barnum americano si esibì per lungo tempo anche un' improbabile bellezza circassa di cui se ne raccontava con enfasi la triste vicenda di ex schiava di un harem turco e la fuga verso la libertà, per divenire...infine attrice di circo negli Stati Uniti d'America.
Anche Voltaire parla di Circassi nella XI lettera filosofica dedicata al vaccino contro il vaiolo:
"Le madri circasse hanno in gran conto la salute delle loro figlie per due motivi principali: l'amore in sé e l'interesse. Quest'ultimo deriva dal fatto che essendo il popolo circasso abitualmente molto povero, trova un valido motivo di sussistenza nell'allevare al meglio la prole femminile. Le giovani fanciulle infatti, educate con sapienza negli anni alle arti della lascivia, costituiscono una preziosa fonte di guadagno allorché vengono vendute agli harem persiani e turchi".
Convinti quindi, che tornando all'oggi poco si sappia degli Adighe , termine che accomuna etnie diverse inclusi i Circassi e i Cabardini, suggerisco di visitare la mostra evento che da oggi vi consentirà di sapere dove si trova la Repubblica di Adighezia e quella Cabardino-Balcaria, o sapere anche che dai tempi dello sterminio operato dallo zar Alessandro di Russia, molti Circassi vivono in Turchia , in Giordania e anche altrove ma non nel loro paese natale. Inoltre potrebbe essere divertente e curioso imparare qualche parola in lingua Adyghe, quella parlata dai Circassi che è ormai considerata dall'Unesco a rischio di estinzione.
La mostra si inaugura oggi 20 Luglio alle 19,00 presso Le Officine Fotografiche di via di Libetta 1 a Roma (Metro Garbatella) e continuerà fino al 27 luglio.
La manifestazione è stata curata dall'artista pietroburghese Asseeva Elena nata sulle coste del Mar Nero, da Paolo Miserini direttore delle Officine Fotografiche di Roma e dalla poliedrica Madina Khakuasheva, cardiologa, filologa e scrittrice nonchè caucasica doc, essendo nata a Nalchik capitale della Repubblica Cabardino-Balcaria.
Si prevedono installazioni fotografiche, video, ed esibizioni di danze tipiche della regione Cabardino-Balcaria e conferenze culturali che si terranno presso L'Istituto Russo di Cultura in via Benedetto Cairoli 6 a Roma .(tel 06 88816333 ).
Per maggiori informazioni e sul programma dettagliato cliccate sui link seguenti:
Officine Fotografiche
http://youtu.be/FFfuvkhrP-w
http://www.caucasusmorpheus.org/it/?page_id=26
Per chi vuole approfondire gli argomenti suggerisco il libro di Gorecki :Pianeta Caucaso. (potete leggerne in anteprima qualche pagina su Google book).
Buona scoperta !
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