Partito dalla lettura appassionante di una guida dell'Armenia, abbiamo scoperto il suo popolo, il suo alfabeto ma anche il duduk. Si tratta di uno strumento a fiato solitamente ricavato da legno di albicocco. Le sonorità particolarmente calde ma struggenti che è possibile ottenere da questo strumento, ben rappresentano il popolo armeno, la loro gioia di vivere e far festa, ma rammentano anche le tragiche vicende legate alla diaspora avvenuta agli inizi del XX secolo.
Per cominciare quindi ad avvicinarsi allo spirito del popolo armeno ho scelto un video del compositore Yanni che prevede sia l'uso del duduk, ma anche le incredibili sonorità di due violinisti armeni (ne leggerete i nomi sotto il video).
Chi volesse allargare la ricerca cerchi anche il nome del monaco ed etnomusicologo armeno :Komitas.
Se vi destreggiate con l'inglese ecco il sito web assai dettagliato del museo a lui dedicato .
Da monaco della chiesa armena si interessò alla musica liturgica medievale, ma vittima del genocidio nel 1917, venne imprigionato ad Istanbul insieme ad altri 250 armeni. Riuscì a scampare dalla morte per merito di alcuni benefattori, tuttavia finì la sua esistenza nel 1937 in un manicomio in Francia senza essere riuscito a proferire più alcuna parola, probabilmente a causa delle ripetute atrocità a cui era stato sottoposto durante la prigionia .
Si possono ascoltare alcuni brani delle sue composizioni di uso liturgico ma pur sempre toccanti, specialmente se avete intenzione di recarvi in Armenia: vi basterà raggiungere un'antica chiesa nei dintorni di Yerevan, denominata Echmiadzin ; l'edificio risale al 301 d.C e fa parte del " Patrimonio dell'Umanità" dell'Unesco.
Nel link seguente di I tune è possibile ascoltare alcuni brani in anteprima o scaricarli per pochi euro:
http://itunes.apple.com/it/album/music-of-komitas-vartabed/id207391675
Per chi volesse saperne di più oltre alle informazioni reperibili on line, suggerisco di visitare il sito della Comunità Armena di Roma, dove potrete documentarvi su uno specifico dossier dedicato interamente al genocidio del popolo armeno.
Al prossimo volo pindarico...
autore: Rolando Profita
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