Corchiano è un piccolo comune della Tuscia viterbese, che certamente non rientra tra le mete usuali degli escursionisti ma che riserva molte sorprese soprattutto a chi è dotato della dote fondamentale per un viaggiatore: la curiosità.
A dispetto della scarsa notorietà turistica che condivide con tante altre località del viterbese, tale comune è invece ben noto agli addetti del settore eco- ambientale per aver conseguito nel 2010 l'ambito premio di "Comune a 5 stelle", bandito ogni anno dall'Associazione dei Comuni Virtuosi e che Corchiano ha ottenuto per le sue buone pratiche in tema di gestione del territorio, impronta ecologica , gestione e riciclo dei rifiuti, mobilità sostenibile e stili di vita.
Cercando meglio si scopre che a Corchiano su una popolazione di 3838 abitanti ben 538 sono stranieri e che il tasso di natalità è all' 8,4 % .Certo il reddito pro-capite non supera gli 8000 euro annui ma ci colpisce un trafiletto del maestro Nicola Piovani che su un quotidiano, in poche parole aveva descritto " l'orgogliosa normalità" dei cittadini di Corchiano che lui frequenta da anni, i quali dimostrano a suo dire che " è possibile vivere secondo un modello comunitario non rassegnato, amministrare in modo trasparente e creativo, tentando di costruire una civiltà solidale".
Decidiamo allora di raggiungere Corchiano per conoscere questa oasi idilliaca inclusi i monumenti naturali presenti nel suo territorio. Dopo aver appurato che sono gestiti dal WWF, contattiamo le guide locali e intorno alle 10 del mattino di una domenica dal tempo incerto parcheggiamo proprio davanti alla " Bottega delle buone pratiche" nel comune tra i più virtuosi d'Italia..
Scopriano allora che qui i cittadini riciclano l'85 % dei loro rifiuti, bevono l'acqua prelevata da un erogatore che si trova nella piazza del paese che ha di fatto eliminato circa 4000 bottiglie di plastica e ancora che l'olio per le fritture casalinghe viene raccolto e impiegato dopo il trattamento previsto, per produrre biocarburante usato per alimentare lo scuolabus.
I vigili svolgono le loro attività utilizzando biciclette e il corpo di polizia incaricato di sorvegliare i parchi, ha fatto un corso di equitazione e si muove nella bella stagione solo a cavallo.
La sede del Comune utilizza energia ricavata da pannelli fotovoltaici , vi è poi una Banca del racconto e una Banca dei semi. Ache i più giovani non stanno con le mani in mano e quindi hanno formato una mini giunta che come gli altri fa di tutto per accaparrarsi il maggior numero di verbali di ecobonus per comportamenti virtuosi, rilasciati dagli attenti vigili che viceversa sanzionano chi abbandona i rifiuti in luoghi impropri.
Tuttavia il motivo che ci ha spinto a Corchiano è rappresentato dal Monumento Naturale delle Forre che rappresenta insieme all'Oasi di Pian Sant'Angelo una buona ragione per raggiungere questo comune.
La scoperta delle Forre è resa più interessante dalle guide locali del WWF che ci accompagnano alla scoperta di questo particolare ecosistema che un progetto regionale sta cercando di salvaguardare , valorizzandone tutti i suoi aspetti , sia ambientali che eco- turistici.
L'itinerario non presenta punti di particolare difficoltà e inizia con una straordinaria tagliata di origine falisca le cui pareti raggiungono la straordinaria altezza di dieci metri
Tra queste pareti di tufo vulcanico, interrotte da tombe e cavità, oggi adottate dai cittadini corchianesi, la temperatura scende repentinamente man mano che il sentiero scende con un rapido dislivello verso la forra e che fa apparire poco dopo le vivaci acque del Rio Frezza.
Giunti in prossimità delle cascatelle sicuramente più copiose nei mesi invernali, si possono abbracciare con lo sguardo, rivolgendosi all'indietro, le numerose grotte e ripari scavati lungo il costone di tufo. Sono stati costruiti dai Falisci ma sono state utilizzate in tempi più recenti per realizzare un suggestivo e originale Presepe vivente che richiama ogni anno numerosi turisti e fedeli, anche al di fuori del circondario.
La passeggiata prosegue e ci si ritrova su un bel ponte romano in tufo che consente di scavalcare le acque del Frezza per imboccare un'altra tagliata dove si scopre lungo la parete, prima un cunicolo ellissoidale per la deviazione delle acque e poi una incisione in caratteri falisci molto simili agli etruschi, forse la firma del costruttore di tale strada antica o forse il nome del proprietario di questi territori : Larth Vel Arnies.
I più curiosi potranno andare a ricercare in qualche biblioteca i resoconti fatti da George Dennis e D. H.Lawrence ( Luoghi etruschi); entrambi visitarono questi luoghi che oggi come nell'800 continuano ancora a sorprendere per la loro arcaica naturalità.
Nel frattempo Barbara e Alessandro, le nostre guide, attraggono la nostra attenzione prima su un lunghissimo aculeo bicolore di istrice di quasi 25 cm, poi su alcune false foglie coriacee di pungitopo (fillocladi) che sono in realtà rami adattati a svolgere la funzione clorofilliana; un'altra pausa è d'obbligo davanti ad una pianta strisciante dalle foglie appiccicosissime; si tratta della Robbia selvatica che i botanici chiamano " Rubia peregrina" a causa dei minuscoli uncini di cui sono dotate le sue foglie che le consentono di attaccarsi con facilità agli abiti, agli animali e...anche alla pelle umana.
Un'altra pianta della stessa specie - la Rubia tinctoria - veniva usata un tempo per ottenere un colorante rosso chiamato Alizarina con cui si tingevano le fibre naturali prima dell'avvento dei coloranti chimici; come pigmento lo usavano i pittori e ne è attestato l'uso come inchiostro in un certificato di matrimonio siglato dall'Imperatrice bizantina Teofano nata intorno al 955.
Abbiamo scoperto che dall'Africa all'India questa piantina viene usata per curare vari malanni e soprattutto come diuretico, per facilitare nei casi di ostruzione urinaria l'espulsione dei calcoli e ancora come cicatrizzante e miorilassante.
Abbiamo scoperto che dall'Africa all'India questa piantina viene usata per curare vari malanni e soprattutto come diuretico, per facilitare nei casi di ostruzione urinaria l'espulsione dei calcoli e ancora come cicatrizzante e miorilassante.
Augusto un esperto di questi luoghi che si è unito al gruppo odierno, ci rivela che un tempo nel fiume Frezza si trovavano cavedani e lamprede, ma il colore e l'odore delle acque oggi ci dicono che la situazione attuale è assai diversa da quella descritta da Plinio il Vecchio ( H.Nat. 2,230) dove veniva ricordato che i buoi provenienti da Falerii ( attuale Civita Castellana) avevano un pelo straordinariamente candido per merito delle proprietà delle acque della zona.
Lungo l'itinerario numerosi sono i segnali lasciati dagli abitanti delle forre: qui i resti di un uovo forse mangiato da una martora, poi alcune penne di gallina il cui taglio netto ci offre indizi sul mamifero che ha pasteggiato qualche tempo prima. Lungo il sentiero un mucchietto di terriccio fresco indica il passaggio di un riccio non lontano da due tane ubicate poco più avanti. Nel frattempo si scoprono felci gocciolanti di umidità e qua e là curiose galle rosse vellutate (Tetraneura coerulescens) prodotte da afidi su foglie di olmo e ontano e aguzzando la vista notiamo sul terreno bacche di corniolo tra le nocciole raggruppate da qualche scoiattolo.
Un airone sorvola il cielo mentre osserviano l'alta rupe prospiciente il ruscello dove una lunga macchia nera evidenzia una recente frana che ha fatto staccare una grossa porzione di tufo inclusi gli alberi ad essa attaccati le cui fronde affondano ora nelle acque del ruscello.
Il luogo quando saranno completati i lavori (novembre 2011) sarà certamente più godibile e speriamo che i comuni più a monte di Corchiano provvedano a depurare le acque del Frezza abitate a quanto sembra solo da qualche rana e dai suoi combattivi girini.
Le guide del WWF potranno anche accompagnarvi nell'Oasi di Pian Sant'Angelo a fotografare farfalle, e orchidee o alla scoperta della fauna notturna ( gufi, pipistrelli e lucciole) magari facendovi percorrere un bel tratto dell 'antica via Amerina che trae il nome da Ameria ( attuale Amelia ) e che attraversava Falerii Novi costruita dai romani: scoprirete lungo la stada antichi acquedotti, ponti e necropoli con tombe a camera ma soprattutto un paesaggio che vi farà tornare al II secolo a.C. .
Se vi avanza del tempo dedicatelo a scoprire anche il territorio circostante: a Gallese ad esempio: ci sono vari castelli, un palazzo ducale, una bella basilica e un arditissimo ponte.
Se non sapete nulla degli antichi Falisci, dirigetevi invece a Civita Castellana, non perdetevi la bella cattedrale cosmatesca e poi senza timori entrate nella cinquecentesca Rocca Sangallo: all'interno scoprirete il Museo dedicato alla civiltà falisca con bei reperti trovati nel circondario che vi faranno capire qualcosa di più sull'arte e la vita di questo popolo che per le sue scarse doti di belligeranza venne travolto dalla potenza romana che mal sopportava le astuzie e i finti patteggiamenti dei Falisci.
I Romani ne distrussero infatti le città come quella di Fescennium identificata proprio con l'attuale Corchiano e la più nota Falerii Veteres, mentre il sito di Falerii Novi costruita dai Romani, merita sicuramente una visita magari percorrendo l'antica via Amerina (vedi itinerario nel link in basso ).
Buona scoperta !
autore: Rolando Profita
Trovate ulteriori informazioni per organizzare la vostra visita nei seguenti link :
http://wwf.it/client/render_oasi.aspx?content=0&root=5313
http://www.parcodelleforrecorchiano.it
http://www.comune.corchiano.vt.it/
http://www.viaamerina.eu/interna.asp?idCs=0&idIt=8&xf=0
http://www.facebook.com/group.php?gid=168586919610
Se non sapete nulla dei Falisci, la biblioteca di Civita castellana ha messo on line vari testi utili per esplorare il territorio ma anche interpretarne segni ed antiche tracce.Cliccando in questo link potete leggere testi antichi e moderni sull'argomento:
http://archiviofotobibliotecaminio.blogspot.com/2010/12/blog-post.html
Suggerisco l'acquisto e la lettura dell'agile volumetto (lo trovate a Corchiano presso la sede del WWF) dal titolo Tuscia Verde, dove troverete molte informazioni per visitare altre aree protette ma poco pubblicizzate, presenti nel territorio della Tuscia viterbese.
Bel suggerimento per la prossima "scampagnata". Un tempo partecipai persino agli scavi della via Amerina vicino Civita Castellana..ma Corchiano devo ammettere che mi manca! Un saluto
RispondiEliminaMa di che film si tratta?
RispondiEliminaO di quale città svizzera sta parlando?
Sempre che anche in svizzera ci siano paesi come questo da lei descritto, o forse non ho capito bene io e lei sta parlando della pubblicità del “Mulino bianco”
Comunque devo ammettere che l’unica cosa in cui lei ha ragione è quando dice “…la Banca regna sovrana...la Banca del Racconto però!…”
Una banca che spero la assuma al più presto, vista la qualità del suo racconto…………
prima di dire "e non mi dite che non è il comune più virtuoso d'Italia", ma lei ha mai visto altri parti d’italia, tipo il Trentino? Se invece lei si riferisce al fantomatico "COMUNE VINCITORE ASSOLUTO DEL PREMIO A 5 STELLE" questo non è niente altro che una disinformazione bella e buona frutto di un amministrazione degna del Miglior Silvio (le faccio presente che questo è un premio fantoccio, dato da una fantomatica associazione di comuni il cui numero oggi e di 51, ma che all’epoca era composta da solo 32 comuni fra l’altro anche di scarsa grandezza ed interesse a livello nazionale)
Un comune cosi virtuoso nel quale:
alcuni torrenti sono degni della seveso dei tempi d'oro;
i contadini continuano a immettere nei terreni quantità importanti di pesticidi e prodotti chimici, altamente inquinanti;
il cui territorio e disseminato di ogni genere di “monnezza”
dove tutte le rilevanze archeologiche sono state accuratamente dimenticate, se non divenute aree edificabili
Gentile lettore anonimo
RispondiEliminalo scopo dell'articolo è come d'abitudine quello di mettere in luce luoghi poco noti ma interessanti e non necessariamente senza difetti.Del premio e delle attività amministrativo politiche se ne parlava in troppi siti per non prenderle in considerazione.
Le negatività sono state messe in luce rammentando che il Frezza è maleodorante e ormai senza fauna.Grazie per la sua proposta di inserimento nella Bamca del racconto.L'amministrazione, come è mia abitudine ha ricevuto copia del mio post, ma nessun riscontro ci è pervenuto, nè pro nè contro.
PS:so bene che il Trentino è un'altra cosa ma oltre ad una questione culturale, gli investimenti di tale regione non possono certo essere paragonati con i fondi di cui dispone Corchiano.
Se vuole ampliare l'argomento ci invii una mail dal guestbook criptando il suo indirizzo.