Passeggiando per i parchi ed i giardini di Roma, si fanno talvolta scoperte che spingono chi è più predisposto alla curiosità a cercare informazioni aggiuntive sull'origine di certe esotiche architetture spesso celate dalla vegetazione. Questa struttura da noi scoperta di recente, appartiene ad un complesso recentemente restaurato ma ad oggi non ancora aperto al pubblico. Dai cancelli di protezione è possibile comunque apprezzare le splendide vetrate e la porta assai inusuale , ornata di particolari scritte in un alfabeto inconsueto per Roma, dove è più facile leggere epigrafi in lingua latina e tuttalpiù graffiti in puro stile romanesco.
Chi volesse dare un'occhiata al complesso architettonico dovrebbe iniziare le sue ricerche dal nome con cui tale struttura è conosciuta :"Serra moresca" .
Il progetto della struttura è attribuito come potete leggere su Wikipedia, a Giuseppe Jappelli che realizzò varie costruzioni in Italia, e a Roma fu l'artefice delle originali ed eclettiche invenzioni architettoniche per il Principe Alessandro Torlonia che insieme alla nota Casina delle Civette sono ancora oggi visibili all'interno di Villa Torlonia.
La porta nella foto in stile arabeggiante riporta in caratteri cufici ( una sorta di arabo ornamentale), il nome del Principe Alessandro e della consorte Teresa Torlonia.
La ricostruzione della serra moresca ha richiesto elaborati e costosi restauri che hanno riportato in vita tale gioiello architettonico, torre inclusa, che avrebbero dovuto essere aperti al pubblico già dal 2010. Sfortunatamente non avendo ritrovato i progetti originali relativi alle suppellettili degli interni possiamo solo fantasticare sul meccanismo inventato in parte da Jappelli per la Torre moresca dove un divano si trasformava in baldacchino volante raggiungendo il soffitto mentre una tavola imbandita appariva come per magia al suo posto.
Simili meccanismi erano in voga presso numerose corti in particolare in quelle danesi, francesi e quella degli zar russi. Oggi è possibile vederne uno a Palermo noto come "Tavola matematica" ideata da G.V. Marvuglia e ubicata all'interno della cosiddetta Palazzina cinese che fu residenza del Re Ferdinando IV di Borbone.
Se ci si trova a San Pietroburgo, si troveranno due esemplari di tavoli mobili al Peterhof e nel palazzo di Caterina II a Pushkin (Tsarkoe Selo) dove è possibile assistere all'apparizione del tavolo imbandito acquistando un biglietto per una visita guidata presso il padiglione detto dell'Ermitage.
Se volete capire il meccanismo di tale apparecchiatura che evitava la presenza del personale di servizio e quindi consentiva di tenere segrete le conversazioni effettuate tra i commensali, potete farvi un'idea guardando il video di questa ricostruzione digitale relativa al Castello di Luneville.
Il progetto della struttura è attribuito come potete leggere su Wikipedia, a Giuseppe Jappelli che realizzò varie costruzioni in Italia, e a Roma fu l'artefice delle originali ed eclettiche invenzioni architettoniche per il Principe Alessandro Torlonia che insieme alla nota Casina delle Civette sono ancora oggi visibili all'interno di Villa Torlonia.
La porta nella foto in stile arabeggiante riporta in caratteri cufici ( una sorta di arabo ornamentale), il nome del Principe Alessandro e della consorte Teresa Torlonia.
La ricostruzione della serra moresca ha richiesto elaborati e costosi restauri che hanno riportato in vita tale gioiello architettonico, torre inclusa, che avrebbero dovuto essere aperti al pubblico già dal 2010. Sfortunatamente non avendo ritrovato i progetti originali relativi alle suppellettili degli interni possiamo solo fantasticare sul meccanismo inventato in parte da Jappelli per la Torre moresca dove un divano si trasformava in baldacchino volante raggiungendo il soffitto mentre una tavola imbandita appariva come per magia al suo posto.
Simili meccanismi erano in voga presso numerose corti in particolare in quelle danesi, francesi e quella degli zar russi. Oggi è possibile vederne uno a Palermo noto come "Tavola matematica" ideata da G.V. Marvuglia e ubicata all'interno della cosiddetta Palazzina cinese che fu residenza del Re Ferdinando IV di Borbone.
Se ci si trova a San Pietroburgo, si troveranno due esemplari di tavoli mobili al Peterhof e nel palazzo di Caterina II a Pushkin (Tsarkoe Selo) dove è possibile assistere all'apparizione del tavolo imbandito acquistando un biglietto per una visita guidata presso il padiglione detto dell'Ermitage.
Se volete capire il meccanismo di tale apparecchiatura che evitava la presenza del personale di servizio e quindi consentiva di tenere segrete le conversazioni effettuate tra i commensali, potete farvi un'idea guardando il video di questa ricostruzione digitale relativa al Castello di Luneville.