Se vi chiedessi, dove si trova la Valle del Giovenzano, sono convinto che pochi di voi saprebbero rispondere e pochissimi saprebbero quindi come raggiungerla.
A queste lacune, ho deciso di porre rimedio, avendo avuto l'opportunità di esplorare questa valle, che merita sicuramente di essere scoperta.
Cominciamo con il dire che il nome della valle deriva la sua denominazione dal fiume Giovenzano, affluente dell'Aniene .
Di recente i comuni che si trovano in questa valle, hanno costituito un ente di diritto pubblico, allo scopo di gestire unitariamente servizi e risorse: è nata così: L'Unione dei Comuni dell'Alta Valle del Giovenzano.Devo tuttavia al mio incontro con uno dei sindaci dei 7 comuni di questo territorio, la scoperta di questa valle e delle sorprese in essa nascoste.
I comuni in questione sono:Cerreto Laziale, Ciciliano, Gerano, Pisoniano, Rocca Canterano, Sambuci e Saracinesco.
Il modo più facile per raggiungere questi luoghi, è quello di percorrere da Roma l'autostrada A24, uscendo dopo meno di venti minuti al casello di Castel Madama per poi proseguire per circa 10 km sulla provinciale, che vi porterà fino a Sambuci; da qui potrete poi ripartire alla scoperta degli altri comuni, seguendo l'istinto o la vostra curiosità.
Lungo la strada, suggerisco di fermarsi poco dopo una cabina elettrica, per seguire un breve viottolo sulla destra, che vi consentirà di "bagnarvi nel fiume Giovenzano"ed apprezzarne la natura circostante, che fortunatamente ha avuto la meglio sui soliti rifiuti, improbabilmente trascinati dall'acqua.
Rammentiamo ai curiosi, che l'unico documento certo che parla di un insediamento in questo territorio è rappresentato da
il" Generale Privilegio", con cui Papa Nicolò I (856-867), conferiva all'abate Leone di Subiaco tutti i beni del monastero, ivi incluso, anche il territorio di Sambuci.
Gran parte del territorio della valle fu soggetto a partire dal XII secolo, di ripetute incursioni sia da parte delle popolazioni limitrofe che da quelle delle truppe di Federico Barbarossa e di Corrado d'Antiochia, in armi contro lo Stato Pontificio.
In questo stesso periodo, i nuclei abitati assunsero la forma di borghi fortificati, allo scopo di difendersi meglio dai tentativi di conquista tipici di questo periodo feudale .
Dal XVI secolo varie famiglie nobili si succedettero nel governo del territorio, fino a quella dei Theodoli, che cedettero infine le proprietà ed il castello, che adesso fa parte del patrimonio del comune.
Sambuci :qui potrete vedere il castello Theodoli e meriterebbe una visita anche l'ex Convento Francescano, soprattutto per il suo colonnato.
Sulla strada che porta a Sambuci, in caso di appetito, troverete l'agriturismo" Il Giovenzano": il locale è ampio, i cibi rustici ma gustosi, il personale gentilissimo ed i prezzi ancora quelli di una volta:..... ecco perchè lo troverete sempre affollato, anche nei giorni feriali.
Proseguendo da Sambuci, in pochi minuti di auto, raggiungerete i 619 metri ed entrerete nel successivo comune facente parte del nostro itinerario.
Ciciliano:il nome sembra derivare da un antichissimo insediamento denominato Oppidum Sicilion, che trasformato prima in Sicilianum, condusse infine al nome attualmente usato.
Gran parte del territorio della valle fu interessato dalle invasioni dei saraceni già a partire dal X secolo, seguite poi nei secoli seguenti da ripetute incursioni sia da parte delle popolazioni limitrofe che da quelle delle truppe di Federico Barbarossa e di Corrado d'Antiochia, in armi contro lo Stato Pontificio .
Nel tempo quindi, i nuclei abitati assunsero la forma di borghi fortificati, allo scopo di difendersi meglio dai tentativi di conquista e sottomissione.
Dal XVI secolo varie famiglie nobili si succedettero nel governo del territorio, fino a quella dei Theodoli , che cedettero infine le proprietà ed il castello, che adesso fa parte del patrimonio del comune, nel territorio del quale si trovano vari complessi archeologici di notevole interesse, ma scarsamente conosciuti e pubblicizzati.
Si trova qui infatti, l'interessante area dell'insediamento preromanico di Trebula Suffenas, cittadina fiorente già dal III sec. a.C. , che purtroppo è compresa all'interno di una villa privata(Villa Manni) con le difficoltà conseguenti, per una fruizione continuativa o comunque organizzata.
Sarà possibile comunque apprezzare il centro storico del paese, dove si incontrano, talvolta troupe cinematografiche alla ricerca di scorci ed angoli tipici del tempo passato.
Anche a noi è capitato di incontrare una troupe belga, che girava un film con Lino Capolicchio, con l'ausilio volenteroso di vari anziani del paese, orgogliosi della loro parte, soprattutto le tre ottuagenarie, pettinatissime ed impettite in attesa del ciak, tra cameramen e cineasti dialoganti in francese.
Quando vedrete un film, che parla dei minatori di Marcinelle, ricordatevi del contributo delle anziane donne di Ciciliano .
Al centro del paese potrete vedere il castello Theodoli, risalente al XII secolo, che deve il suo impianto fortificato ai Colonna che mantennero questo feudo dal 1373 al 1563.
La proprietà passò poi nelle mani dei Massimo ed infine di monsignor Theodoli,vescovo di Cadice.
Nel castello si trova una biblioteca con qualche antico manoscritto; interessanti poi sia l'antico forno, la prigione e il turculianum per la pigiatura dell'uva.
Dopo la visita del castello, non perdetevi il panorama che si gode dalle diverse terrazze del paese, che offre uno spettacolare colpo d'occhio su tutto il territorio circostante e che consentirebbe di vedere, a detta degli abitanti, persino la basilica di S.Pietro. Ma passiamo alla prossima meta.
Cerreto Laziale: paese ricordato per essere stato tra i pochi, a resistere all'assedio del brigante Marco Sciarra.
Tale evento è ricordato da una statua di una gatta, nella piazza del paese ma anche da una festa commemorativa dell'evento, che si tiene ogni anno tra il 24 e il 25 Aprile.
Se vi state chiedendo che nesso ci sia tra una gatta e un brigante, sentite un po' quanto furono furbi i cerretani.
Ecco come andò: il brigante stava assediando il paese con i suoi accoliti e aveva per tale motivo organizzato un accampamento proprio sotto le mura del castello.
Gli abitanti allora attesero l'oscurità e dopo aver legato alla coda di una gatta, paglia e stracci imbevuti di liquidi infiammabili, la sacrificarono per la salvezza di tutti gli abitanti, lanciandola poi dalle mura direttamente sull'accampamento dei briganti.
Ovviamente la gatta, prima di soccombere, creò gran scompiglio tra i briganti sorpresi prima per gli improvvisi incendi e disorientati dopo, a tal punto da convincere lo Sciarra a por fine al suo assedio, ritirandosi.
A Cerreto potrete ancora vedere la poderosa torre del XIV sec.(Il Maschio), i resti delle antiche mura poligonali e la Chiesa di Santa Maria Assunta di origine medievale.
Un altro vanto del paese è la sua banda, che festeggia quest'anno ben 130 anni di attività.
Gerano: contesa per secoli da nobili tiburtini e abati sublacensi, merita oggi una visita se siete interessati ai reperti del passato e ai suoi boschi di castagno ricchi di funghi. Troverete anche un inconsueto Museo delle Scatole di Latta : la sua ideatrice vi ammetterà volentieri nella cerchia degli appassionati di questo particolare collezionismo. Se amate i grandi raduni multicolore, segnatevi la data del 9-10 Luglio, Festa di Santa Anatolia: si tiene in questa data, una variopinta fiera mercato, che raduna nel paese, carovane di zingari da tutta Europa. Segnalo anche una bella Infiorata, meno conosciuta di quella di Genzano, ma forse nel suo genere, la più antica d'Italia - risale al 1749, di norma si tiene la I domenica dopo S.Marco.
Pisoniano: dovete raggiungere questo delizioso comune per apprezzarne la quiete, la gentilezza dei suoi abitanti e il verde scenario su tutta la valle.
Ai piedi del paese, troverete alcuni sentieri che consentono di raggiungere gli scarni resti della villa di Calpurnio Pisone, in un ambiente veramente incontaminato, mentre un' altra meta sarà la Chiesa della Madonna della Neve e il noto santuario della Mentorella, utile anche per apprezzare l'incontaminata natura del Monte Guadagnolo arroccato a 1218 metri sul livello del mare.Un altro luogo interessante, vanto di Pisoniano è il Museo della Canapa, visitabile, previo accordo con i responsabili del comune.
Per provetti escursionisti poi, ci sarebbe da scoprire la sorgente Inata, ben celata sulla collina di fronte al paese. Si trova all'interno di una grotta lunga circa 300 metri, che consente dopo una certa difficoltà iniziale dovuta alla ristrettezza dell'accesso, di scoprire al suo interno tre laghetti limpidissimi e a detta del sindaco di Pisoniano, che l'ha visitata con l'ausilio di un canotto, di giungere dopo vari passaggi ad un'ara candida, da dove scaturiscono le acque della sorgente.
Questa meta ovviamente è per coloro che amano l'avventura, ma è preferibile chiedere il supporto di membri locali del CAI, che potranno accompagnarvi nel periodo giusto.
Un altro motivo per venire a Pisoniano è la gustosa cucina di Rina, della Locanda da Bacco, che le ha meritato l'inserimento in una guida di Slow Food .
Rocca Canterano: cittadina la cui origine risale al IX secolo, quando per opera di Giovanni V, abate di Subiaco, sorse questo strategico insediamento, con il fine di controllare l'accesso alla valle dell'Aniene.
Nel 1320 seguì la stessa sorte dei paesi vicini, divenendo feudo dei Principi di Antiochia, mentre nel 1500 divenne insediamento di bande di briganti poi eliminati a fine secolo, dalle truppe di Papa Sisto V.
Divenuto un tranquillo paese agricolo, si dice che a causa della penuria di donne, per trovare moglie i contadini, emuli dell'antico ratto delle Sabine, furono costretti a rapirle dal vicino paese di Canterano.
A Rocca Canterano potrete ammirare il complesso fortificato godendovi la splendida veduta sulla vallata con i paesi circostanti. Potrete poi vedere la Chiesa di Santa Maria Assunta, costruita nella viva roccia(per gli orari chiamare il comune); il Palazzo Moretti del "700", attualmente proprietà privata, è visitabile nei giorni festivi.
Nei dintorni, vari sentieri consentono di apprezzare gli ambienti incontaminati dei Monti Ruffi.
Vi segnalo poi la pittoresca Festa dei Cornuti, che si tiene ogni anno in novembre, in occasione della festa di S-Martino.
La tradizione vuole che i mariti traditi vedano in S. Martino il loro protettore, forse perchè durante tale festa, era consuetudine organizzare le fiere degli animali che erano perlopiù "cornuti" e da questa tradizione è nata anche questa" festa del"cornuto" dove il festeggiato viene portato in trionfo per tutto il paese, con il giusto accompagnamento di motti satirici.
La festa come è d'uso, vale anche come scusa per apprezzare i piatti tipici della valle (cecamariti e sagne) e per darsi a gioiose libagioni.
Saracinesco: raggiungerete questo comune giungendo dall'uscita del casello della A24 a Vicovaro-Mandela, svoltando a destra dopo la stazione; in una decina di minuti sarete a quota 908 metri sul livello del mare. Non stupitevi se incontrerete lungo la strada cavalli ed altri equini, del tutto incuranti della vostra presenza.
Il paese di Saracinesco trae la sua origine, come si intuisce dal nome, da quei saraceni che verso l'876, imperversavano in tutta l'area dell'Aniene e che alla fine delle scorribande decisero di stabilirsi su queste alture. Secoli dopo i discendenti costruirono anche il castello che poi divenne di proprietà degli Orsini. Nell'800, molti pittori venivano quassù per cercare tra i popolani, modelli e particolari fisionomie.
Oggi il paese, è alquanto silenzioso al mattino: i bambini sono a scuola e ci vivono solo 12 famiglie. Il simpatico sindaco, ha cercato di rendere il paese più interessante facendo costruire in vari punti di Saracinesco, delle meridiane e degli gnomoni astronomici. Se avete del tempo suggerisco di inoltrarvi invece a destra del parcheggio, apprezzando questi bei panorami montani, che vi ritempreranno dalle ore passate al chiuso, nelle case e negli uffici cittadini.
Come per gli altri itinerari fate uso di www.maps.google.it per individuare meglio il percorso a voi congeniale, che per ragioni di sintesi, non si sofferma su distanze e scelte obbligate: potrete così costruire agevolmente il vostro personale itinerario nella valle, partendo dall'indirizzo di casa vostra.
NEWS : Per ulteriori informazioni visitate il blog di Roberto Gargiuli :http://valledelgiovenzano.blogspot.com/
Recapiti Telefonici dei Comuni della Valle del Giovenzano
Cerreto Laziale 0774 798032
Ciciliano 0774 790006
Gerano 0774 798002
Pisoniano 06 9577430
Rocca Canterano 0744 803400
Sambuci 0774 797006
Saracinesco 0774 791004
Volevo fare una precisazione sul post: il castello Theodoli nel comune di Ciciliano è ancora di proprietà della stessa famiglia Theodoli, anche se allo stato attuale sembrerebbe esserci una trattativa di vendita che riguarda un privato e non il Comune di Ciciliano(magari il comune decidesse di acquistarlo...)
RispondiEliminahttp://ciciliano.ilcannocchiale.it
Il post è stato scritto nel 2006, chi volesse indicare novità o fornire utili informazioni,può
RispondiEliminaaggiungere brevi messaggi nello spazio dei commenti.
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Il Castello Theodoli di Sambuci è stato completamente restaurato e viene aperto al pubblico in occasione di particolari manifestazioni e rievocazioni storiche durante le quali vengono organizzate visite guidate.
RispondiEliminaIl castello inoltre viene utilizzato per la celebrazione di cerimonie e festeggiamenti particolari (per informazioni rivolgfersi al Comune di Sambuci).
Da segnalare che annesso al castello esiste un piacevole parco munito di scorci di giardino all'italiana e giochi di fontane, che rimane aperto durante tutto l'anno per offrire agli abitanti ed ai visitatori ottimi momenti di relax.