25/11/06

Orvinio(Ri) : itinerario in cerca di idilliaci panorami in un borgo del Lazio tra i più belli d'Italia


Se foste vissuti prima dell'anno 1000, per giungere nel luogo meta di questo itinerario, tra un cambio cavalli e l'altro, avreste dovuto chiedere della città di Orvinium, e non avreste trovato difficoltà (si fa per dire) essendo tale insediamento fondato dai Siculi, assai importante prima della sua distruzione.
Basta dire che mentre Dionisio di Alicarnasso la definiva" Città quant’altra mai illustre, grande e magnifica" ; Terenzio Varrone la lodava per la sua ampiezza e nobiltà, ricordandone gli antichi sepolcri, le possenti mura e i due templi eretti sull'Arce, dedicati a Minerva e ad Atena.
Se invece avreste voluto fare da guida a qualche pittore intorno alla metà dell' Ottocento, alla ricerca di scorci panoramici e antiche rovine, avreste dovuto chiedere prima, un salvacondotto allo Stato Pontificio e poi presentarvi al Governatore di Canemorto : questo toponimo viene da qualche storico, associato ad una strepitosa vittoria ottenuta, si dice, intorno ai primi del IX secolo, nella Valle Muzia, da Carlo Magno sui Saraceni ed alla conseguente uccisione del loro capo o Khan .Va ricordato che tale toponimo compare già dal 1075 nel Regesto dell'Abbazia di Farfa, Personalmente vista la presenza di monaci alquanto avvezzi in materia botanica ed essendo la lingua greca ben nota presso molti antichi insediamenti, suggeriamo una derivazione meno fantasiosa: il toponimo potrebbe derivare dal Rubus chamaemorus, un arbusto simile ad un piccolo gelso forse particolarmente diffuso in queste zone già in antichità.
L'insediamento comunque mantenne il nome di Canemorto fino al 1863, quando con Regio Decreto, tornò ad avere l'originario antico nome, italianizzato in Orvinio.
Volendo visitarla oggi, vi basterà impostare il vostro navigatore satellitare o Google map  sulla località di Orvinio in provincia di Rieti, puntando la vostra attenzione alle località inserite nel Parco dei Monti Lucretili e prepararsi con adeguato abbigliamento, a raggiungere gli 840 metri sul livello del mare.

Raggiungere Orvinio
Ci sono vari modi per raggiungere Orvinio: il più rapido, non necessariamente il migliore, è quello che prevede, partendo da Roma l'utilizzo dell' autostrada A24 e l'uscita al casello di Vicovaro-Mandela. Da qui deviando a destra, proseguirete in direzione di Licenza, dove potreste fare una breve sosta per vedere i resti ben tenuti della villa di Orazio e scattare prima qualche foto al suggestivo "ninfeo degli Orsini"; da qui, continuando, arriverete in meno di mezz'ora a Orvinio.

Un itinerario alternativo per chi viene da Roma nord, è quello che prevede l'utilizzo della via Salaria e giunti verso il 40° Km, una deviazione verso Scandriglia: l'itinerario riserva panorami idilliaci con bovini ed equini al pascolo, ma la strada potrebbe essere meno agevole della precedente.

Per i più curiosi, rammento che se vi trovaste a passare casualmente.....al Museo di mineralogia dell'Università La Sapienza di Roma, potreste toccare con mano (provate a chiedere) un bel meteorite di circa 700 grammi, che ignorato da anni, è tuttavia etichettato con il nome di  Orvinite .
Era infatti il 31 agosto del 1872, quando uno sciame di meteoriti fu visto passare sopra la nostra regione ma fu grazie al sindaco di Orvinio, Vincenzo Segni, che 6 frammenti, ritrovati ancora fumanti da alcuni pastori, completano oggi con questa rara condrite, anche le collezioni della Specola Vaticana di Castel Gandolfo, e quelle dei musei Mineralogici di Torino, Bologna e Milano.
Giunti a Orvinio potrete innanzitutto familiarizzare con gli abitanti, e in funzione dell'ora, fare colazione e cominciare così ad entrare nello spirito rilassato del luogo.
Poi, in funzione dei vostri interessi vi muoverete di conseguenza, verso i luoghi che vi elenco, senza però indicarvi priorità o itinerari prefissati, godetevi comunque la particolare quiete di questi luoghi, e se anche passate davanti alle rovine di antiche mura, chiese e castelli, pensate a quanta storia è passata su questi territori, che adesso apprezzate, solo come tranquilli borghi di montagna.

Castello dei marchesi Malvezzi-Campeggi
Quello che vedete è il risultato di vari rimaneggiamenti voluti da diversi proprietari: i restauri e le modifiche effettuate nel tempo hanno alterato in parte le caratteristiche architettoniche originali.
Il muro di cinta mantiene tuttavia il suo aspetto imponente occupando praticamente tutto il centro storico. Se ci girate intorno o vi allontanate dal centro storico, appariranno le sue svettanti torri, che interrompono il continuum della cinta merlata. Gli eredi dei marchesi fanno ancora uso del castello benché le nuove generazioni hanno dovuto adattarsi alle necessità dei tempi: offrono nella bella stagione il castello e i suoi locali sia per cerimonie che per brevi soggiorni, anche a chi non è di nobile casata.
I castelli riservano sempre delle curiosità: abbiamo scoperto che durante i restauri, effettuati da Remo Parodi Salvo, intorno agli anni 1915-1918, nelle cantine del castello sono stati rinvenuti numerosi scheletri vecchi ormai di secoli ed in particolare uno, a dir poco gigantesco: la scapola misurava 35 cm ed il femore ben 55 cm . Il numero degli scheletri non ha stupito nessuno, visto che il maniero era dotato di botole segrete e trabocchetti, dotati nel periodo feudale di spade acuminate pronte ad attendere i malcapitati nel caso non fossero stati invitati dai proprietari.
Vincenzo Manenti: pittore seicentesco(1600-1674) originario di Orvinio, è sepolto nella chiesa di S.Maria dei Raccomandati(XVI sec), che contiene varie opere del pittore.
Benché la sue opere siano presenti in tantissimi edifici religiosi del centro Italia e fosse stato un artista affermato ai suoi tempi, inspiegabilmente rimase nell'oblio e solo recentemente è stata avviata un'operazione di riscoperta e recupero delle numerose opere, molte delle quali presenti nel territorio reatino, opere che in passato non erano state neanche attribuite al suo genio.
Al centro del paese un' effigie ricorda la casa dove il pittore visse con i familiari .
Come promemoria, suggerisco di soffermarsi quando andrete all'Abbazia di Farfa (si veda mio post sulla Sabina) sulle due grandi raffigurazioni dei profeti ai lati dell'ingresso, che sono entrambi opera del Manenti. Un affresco in forma di trittico, con una illusionistica cornice architettonica, intitolato "Cena in casa del Fariseo" si trova sempre all'interno dell'abbazia di Farfa, nella parete del refettorio. Normalmente però questo luogo non fa parte della consueta visita guidata; andateci se potete nei giorni feriali, lontano dalle ore dei pasti e chiedete direttamente ai frati.

L’attuale Amministrazione di Orvinio è diventata proprietaria dopo circa trecento anni della Chiesa di S.Giacomo Apostolo, progettata da G. Lorenzo Bernini.

Questo risultato si deve all'intervento di Lionello Tani e della famiglia dei Verlini di Arsoli (Rm), che nel 2002 hanno redatto un atto di donazione in favore del Comune di Orvinio.

Gli interventi di restauro, curati dalla Soprintendenza, consentiranno di utilizzare la chiesa sconsacrata da tempo, quale sede di convegni, concerti e altre attività culturali.
Percorrendo la strada che da Orvinio conduce a Scandriglia, si potranno incontrare oltre che ad ambienti incredibilmente incontaminati, anche numerosi monumenti naturali ed artistici di grande interesse.
Arriverete a quasi mille metri di altezza ed entrerete nel cuore del Parco dei Monti Lucretili. Percorsi pochi km, troverete la chiesa- santuario della Madonna di Vallebuona, fondata nel XII sec.  Nei pressi vi sono i resti del borgo medievale e del castello, che appariva già in documenti del XII secolo e che cambiò padrone tantissime volte, includendo il casato dei Mareri, Federico II, Carlo D'Angiò, i Boccamazza , fino a far parte del territorio di Canemorto.
La chiesa già ricostruita nel 1643 dai cittadini di Canemorto, di recente è tornata al demanio dello Stato, è stata restaurata ed è attualmente, in buone condizioni; al suo interno, potrete ammirare vari dipinti e affreschi di Vincenzo Manenti mentre dall'esterno ammirerete il magnifico panorama sulla valle.

Proseguendo, giungerete in località Pratarelle dove, superato uno steccato che rimarca la proprietà privata del luogo, troverete un raro e solitario fontanile, cavalli in libertà, fulve giumente con i loro puledrini e una distesa di cespugli di ginepro. Sebbene da qui si dipartano vari sentieri ben indicati, ci si può anche fermare per uno spuntino sull'erba per consumare il vostro pranzo al sacco e se la visibilità lo consente, ammirate la piramidale cima dei Coppi, che svetta a 1211 metri.
Poco più in basso, c'è un altro castello diroccato, quello di Pietra Demone (nome derivante da una pietra rossa usata per culti pagani); anche questo maniero venne distrutto in epoca medievale, mentre antichi documenti ne attestano la proprietà all'Abbazia Farfense già nel 1083 rimarcandone l'estensione delle proprietà e i privilegi ancora nel 1300 . Ma già nei documenti del 1419, il suo territorio è definito" disabitato" e in seguito, nel 1448 come "distrutto".
Vi sono prove documentali, tuttavia, che l'area benché spopolata, fungesse da terreno agricolo, gestito ancora una volta dall'Abbazia di Farfa.
Recentemente il sindaco di Orvinio, ha intrapreso una battaglia "culturale" con i proprietari di un magazzino, che utilizzano come soglia, una lapide con iscrizione latina, proveniente da quell'area, avente valore archeologico significativo e che come è intuibile, meriterebbe una collocazione pubblica che la valorizzi come bene comune.
Proseguendo sulla strada, vi imbatterete poi in un vero monumento naturale : il vetusto cerro di Fonte Schiazzi, con una circonferenza di 5 metri e un'età di circa 400 anni.

Viaggiando per questa antica via, percorsa un tempo da  mandrie di bovini in transumanza ed equini allo stato brado, ci si sente quasi parte di questa natura e non ci stupirebbe la visione di cavalieri o di monaci erranti, ed è facile fantasticare tra queste rovine ricche di storie d'altri tempi.

Gli antichi ruderi, rammentano il tempo passato, almeno finché qualcuno questi ruderi potrà ancora interrogare e sperando che certi moderni barbari, non ne facciano sparire alla chetichella le tracce.
Immersi nel silenzio di questi luoghi, potreste avere delle oniriche visioni, in cui le truppe di Carlo Magno, si mescolano con i portatori di neve o di carbone del secolo scorso, e con tutto ciò che il tempo ha cancellato, ma che grazie a coloro che di tali antichi fatti hanno scritto, ci permette di tornare indietro nel tempo usando l'immaginazione, sempre presente nel bagaglio dei viaggiatori più curiosi.


Vi occorre un Bed and Breakfast a Orvinio ? :
www. ilsorrisodeimonti.it
http://www.souvenirsdantan.it

Visitate i dintorni seguendo gli itinerari suggeriti dal sito del Parco dei Monti Lucretili
http://www.parcolucretili.it/it/iti_dettaglio.php?id=164

Per avere un'idea di dove sia Orvinio, eccovi la mappa:


Visualizzazione ingrandita della mappa



autore:Rolando Profita
www.laziosegreto.blogspot.com

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