Sebbene avessimo già dedicato alcuni post a varie località della Ciociaria (Fumone, Collepardo, Trisulti, Veroli, Comunacque) dobbiamo al locale Gruppo di Azione Locale Ernici Simbruini la scoperta di cittadine e borghi ricchi di storia e soprattutto di siti e curiosità ignote ai viaggiatori della domenica.
Ci soffermeremo in particolare su Alatri, ma data la brevità delle distanze vi suggerisco di cogliere l'opportunità per visitare magari in diverse escursioni le località di Collepardo, Trevi e Vico nel Lazio e successivamente Trivigliano, Guarcino e Arcinazzo.
Per apprezzare il fascino di questi luoghi, suggerisco di dedicare a questo tour di scoperta 3 o 4 giorni , eventualmente approfittando delle ottime offerte di alcune strutture ricettive di qualità ubicate nella fresca Fiuggi (vedi alla fine del post) dedicando qualche ora anche al benessere del corpo ed al relax fornito dagli attrezzatissimi centri benessere......inclusi nel prezzo del pernottamento e senza dimenticare di bere qualche bicchiere di salutare acqua di Fiuggi che sembra tuttavia non essere più molto in voga.
Da Fiuggi raggiungibile in treno da Roma utilizzando la stazione di Anagni e proseguendo poi con un bus locale o in auto tramite l' autostrada A1 uscendo al casello di Anagni o a quello di Frosinone, potrete facilmente organizzare un tour di tre o quattro giorni in tutto relax.
Le informazioni qui contenute dovrebbero servire a far venire la voglia di esplorare questo territorio che appassionerà - ne sono certo - non solo i viaggiatori curiosi ma anche coloro che non riescono più a stupirsi , credendo che solo sotto la piramide di Cheope si possa provare emozione e meraviglia, mentre abbiamo a disposizione a meno di un'ora dalla capitale, tesori di civiltà più antiche di Roma, magnifici panorami e una tradizione gastronomica invidiabile.
Alatri che già nel suo stemma comunale si definisce "Vetustissima et Fidelissima Civitas Alatrina " stupirà per le sue pressoché intatte mura poligonali che dalla sua remotissima fondazione attribuita ai Pelasgi , divenne poi la più celebrata tra le città degli Ernici. L'antica Aletrium arroccata nell'area dell'Acropoli costituiva secondo i miti antichi, insieme ad Anagnia, Ferentinum, Arpinum e Atina, una delle città " saturnie" cioè fondate dal dio Saturno, fondatore e protettore dell'agricoltura, dopo la sua cacciata dall'Olimpo per mano di Giove (Eneide, Libro VIII ,452 ).
Rileggendo Esiodo e Pausania si riscopre che ai Ciclopi erano attribuite le forze straordinarie necessarie ad erigere le possenti mura delle antiche città quali Micene e Tirinto ma si trova un'altra connessione: i Ciclopi avevano una stretta parentela con Saturno, essendo infatti descritti come suoi fratelli.
La coltissima viaggiatrice Marianna Dionigi ci riporta sulla terra e suggerendoci di non confondere "le istoriche verità con la favola" rimarca che Saturno fu uomo non dio ma soprattutto un Re che profugo dall'Attica, giunto nel Lazio fondò numerose città .
Una piacevole passeggiata intervallata da 6 porte vi permetterà di apprezzare l'intera cinta di Aletrium (2 Km) che gli archeologi hanno datato recentemente intorno al IV sec. a.C..
Recenti studi hanno collegato il nome di Alatri a quello di un'antica città mesopotamica dell'antico regno di Mari. Infatti in seguito al ritrovamento di 20.000 tavolette rinvenute nel 1934 presso Tell Hariri in Siria , negli scavi del palazzo reale di Zimri-Lim del potente stato Mari , è stato possibile conoscere le attività e i segreti di quella corte . La traduzione di una tavoletta rappresenta una lettera inviata dal re del Regno di Mari, Shamsi - Adat, al figlio Yasmakin per informarlo dell'ottimo stato delle poderose fortificazioni di Alatri. Da questa informazione gli studiosi fanno derivare l'ipotesi che una città con il nome di Alatri esistesse già in terra Mesopotamica e che popolazioni originarie di questa città possano poi essersi spostate in varie tappe fino a giungere tra i monti della Ciociaria e costruirvi un' acropoli simile a quella da cui erano partiti.
Non a caso l'orientalista Cesare Antonio De Cara attribuisce il toponimo Alatri ad antiche lingue dell'Asia Minore e ipotizzando un nome originario come " Pal- ati-ri" , specifica che (P)al starebbe per emigrante, (H)at sta per Hatti e il fonema "ri" indicherebbe possesso. In tal caso il significato completo sarebbe: " la città o luogo che appartiene agli Hatti, venuti da lontano ". Lasciamo però agli addetti ai lavori il collegamento tra Alatri e gli Ittiti ( ma potrebbe essere utile fare una copia della mappa dell'antica città di Zjnirli presente all'interno del Libro delle Rupi di Ceram , prima di raggiungere l'Acropoli di Alatri ).
Intorno alla metà del VI sec. a.C. le quattro città più importanti degli Ernici (Veroli, Anagni, Alatri e Ferentino) si costituiscono in una confederazione - la Lega Ernica - allo scopo di fronteggiare la pressione dei Volsci e dei Sanniti. Tito Livio ci aiuta a localizzare il popolo degli Ernici ricordando che essi occupavano un territorio delimitato da vari fiumi : il corso del Liri a oriente, a settentrione l'Aniene dalla sorgente a Subiaco, mentre ad occidente occupavano i Monti Tiburtini dalle sorgenti del Sacco e fino alla confluenza del Cosa. I nostri lettori più curiosi troveranno invece una città denominata "Cosa" e anch'essa cinta di mura poligonali nei pressi della cosiddetta "Tagliata" ad Ansedonia in provincia di Grosseto.
Virgilio( libro VII ,971 ) nell'Eneide dopo aver ricordato gli "Hernica Saxa", le erniche vette ricche di ruscelli, tratteggia in pochi versi il carattere rustico degli Ernici rammentandone la strana consuetudine di tenere un solo calzare di cuoio al piede destro e nudo quello di sinistra ( essendo protetto dallo scudo) .
Percorrendo nel centro storico di Alatri, la Via Gregoriana, si riesce ad apprezzare questa sorta di grande poligono ciclopico che costituisce l'Acropoli e la cui datazione, ancora ampiamente dibattuta tra archeologici e studiosi , dovrebbe rientrare tra il VI e il I sec a.C .
Ad accrescere poi l'interesse per la particolare disposizione della città vi sono gli appassionati studi di Don Giuseppe Capone, oggi ottantaquatrenne che da oltre 25 anni risulta il precursore di quella scienza oggi chiamata archeoastronomia .
Le sue ricerche e ipotesi, contenute in vari libri, partono dalla distinzione tra il tempo lineare a cui siamo abituati e il tempo ciclico usato in epoche arcaiche, dove l'uomo non inseguiva il tempo, essendo egli stesso immerso in un universo in grado di fornire degli indicatori facilmente visibili ed identificabili con certezza per la datazione degli eventi: le costellazioni, il sorgere ed il tramonto del sole, equinozi e solstizi, ovvero quegli elementi che anche Omero nella sua narrazione aveva raffigurato nella fascia interna del famoso scudo di Achille, inglobando poi due città seguite dalla rappresentazione della pace e della guerra, le attività stagionali legate all'agricoltura e via via fino alle acque dell' Oceano, limite ultimo del dominio umano.
Partendo da questa visione cosmica, Giuseppe Capone effettuando misurazioni accurate ha formulato l'ipotesi che la disposizione dell'Acropoli replica la costellazione dei Gemelli con un' orientamento che tiene conto del solstizio d'estate. Purtroppo il cielo odierno è diverso da quello di 2000 anni fa anche a causa del fenomeno della precessione degli equinozi, sarà quindi ardua impresa ricreare gli allineamenti astronomici relativi all'origine dell'antica Alatri.
Durante la vostra visita forse non riuscirete neanche a percepire i rapporti matematici(vedi link in basso) tra alcuni punti significativi e lo ierone (area sacra centrale) ma potrete tuttavia soffermarvi sulla magnificenza delle varie porte soprattutto della Porta Maggiore dotata di un' architrave ciclopica di oltre 5 metri di lunghezza . Usciti dall'Acropoli attraverso la Porta Maggiore potrete ammirare sul lato sud orientale una incredibile parete megalitica - il Pizzo Pizzale - che sfiora i 17 metri
Sul lato nord-ovest troverete una porta più piccola detta Minore con alcune particolarità : un'architrave di 3,40 m con tre bassorilievi che rappresentano tre falli disposti a T. Al di sotto alcune lettere (DVT) ormai quasi svanite che gli esperti collegano alla lingua osca e che contenevano forse parole propiziatorie legate alle divinazioni degli aruspici o l'indicazione che tale luogo era deputato ai culti della fertilità .....ma sono solo supposizioni.
Ritornando poi a Porta S.Pietro vicino ai resti dell'acquedotto (uno dei più antichi ad alta pressione) e al fontanile di Betilieno Varo, potrete vedere quel che resta di un bassorilievo che doveva rappresentare la Dea Bellona - divinità della guerra - alla quale era dedicato un tempio di cui sono ancora visibili i resti del basamento con mura megalitiche all'interno del Convento dei Cappuccini ubicato sulla collina prospiciente l'Acropoli.
Ritornando poi a Porta S.Pietro vicino ai resti dell'acquedotto (uno dei più antichi ad alta pressione) e al fontanile di Betilieno Varo, potrete vedere quel che resta di un bassorilievo che doveva rappresentare la Dea Bellona - divinità della guerra - alla quale era dedicato un tempio di cui sono ancora visibili i resti del basamento con mura megalitiche all'interno del Convento dei Cappuccini ubicato sulla collina prospiciente l'Acropoli.
Dopo esservi fermati per percepire quelle antiche energie, esistenti soprattutto nel punto più sacro dell'acropoli (ierone) caratterizzato da mura poligonali maggiormente levigate e dagli incastri millimetrici, date poi uno sguardo anche allla Cattedrale di S.Paolo che sorge sull'acropoli : pur risalendo al X secolo risulta oggi di chiaro stile settecentesco per opera dell'architetto Joseph Subleyras . Gli appassionati cercatori di triplici cinte druidiche dovranno rivolgere la loro attenzione sui muretti laterali.
Nella cattedrale ricca di reperti cosmateschi viene conservata in un antico reliquiario un'ostia che si dice sia stata trafugata con l'inganno da una megera e nascosta in un fazzoletto, ma che risultò poi essersi trasformata in carne: tale evento avvenuto nel 1227 viene raccontato in una lettera di Gregorio IX che si trova nell'archivio capitolare di Alatri .
Se vi venisse appetito tra le mura di Alatri, passate prima per la bella piazza S.Maria Maggiore per ammirare lo splendido rosone della chiesa e date anche uno sguardo all'interno ad una inusuale Madonna lignea detta di Costantinopoli. Dopo aver dato uno sguardo alla bella meridiana ottocentesca imboccate la strada in discesa deviando a destra per Via S.Francesco dove percorsi pochi passi giungerete al ristorante Tre Grana (www.tregrana.it). L'ambientazione medievale, una parete costituita da mura poligonali frutto di un intelligente restauro conservativo e la genuina cucina di Rita, vi lasceranno un ottimo ricordo di Alatri. Non perdetevi i fragranti dolcetti fatti in casa e l'ingegnoso sistema per chiudere la porta di accesso ai bagni.
Per i giorni successivi vi consiglio vivamente di dedicare una mattina per raggiungere lo splendido Arco detto di Trevi.Nella cattedrale ricca di reperti cosmateschi viene conservata in un antico reliquiario un'ostia che si dice sia stata trafugata con l'inganno da una megera e nascosta in un fazzoletto, ma che risultò poi essersi trasformata in carne: tale evento avvenuto nel 1227 viene raccontato in una lettera di Gregorio IX che si trova nell'archivio capitolare di Alatri .
Se vi venisse appetito tra le mura di Alatri, passate prima per la bella piazza S.Maria Maggiore per ammirare lo splendido rosone della chiesa e date anche uno sguardo all'interno ad una inusuale Madonna lignea detta di Costantinopoli. Dopo aver dato uno sguardo alla bella meridiana ottocentesca imboccate la strada in discesa deviando a destra per Via S.Francesco dove percorsi pochi passi giungerete al ristorante Tre Grana (www.tregrana.it). L'ambientazione medievale, una parete costituita da mura poligonali frutto di un intelligente restauro conservativo e la genuina cucina di Rita, vi lasceranno un ottimo ricordo di Alatri. Non perdetevi i fragranti dolcetti fatti in casa e l'ingegnoso sistema per chiudere la porta di accesso ai bagni.
Lo raggiungerete percorrendo la via Sublacense 411 che da Fiuggi porta agli Altipiani di Arcinazzo in direzione di Guarcino. Giunti poco prima dell'indicazione del Km 38 -VII . parcheggerete all'imbocco di una strada sterrata e con una comoda passeggiata di una decina di minuti (scavalcando un rudimentale blocco per le auto) , deviando poi a sinistra sul declivio apparirà come per magia uno splendido arco in opera megalitica quadrata, immerso nella vegetazione .
Tale splendido arco o meglio, porta di accesso , testimonia ancora dopo secoli ( si ritiene risalga al II sec. a.C) una spartizione del territorio e quindi un muro di confine forse tra gli Equi e gli Ernici. Godetevi i colori e la natura incontaminata di questi luoghi; difficilmente incontrerete qualcuno tranne qualche pastore con il suo gregge o qualche cercatore di funghi che vi eviterà con garbo per non rispondere a domande curiose, celando al tempo stesso il contenuto del suo cestino.
Tale splendido arco o meglio, porta di accesso , testimonia ancora dopo secoli ( si ritiene risalga al II sec. a.C) una spartizione del territorio e quindi un muro di confine forse tra gli Equi e gli Ernici. Godetevi i colori e la natura incontaminata di questi luoghi; difficilmente incontrerete qualcuno tranne qualche pastore con il suo gregge o qualche cercatore di funghi che vi eviterà con garbo per non rispondere a domande curiose, celando al tempo stesso il contenuto del suo cestino.
Dedicate poi qualche pomeriggio per visitare Vico nel Lazio : le sue 25 torri e la sua posizione ai piedi dell'imponente Monna e della Rotonaria, rifugio dell'aquila reale vi stupiranno . Perdetevi nel labirinto di vicoli che nei secoli passati servivano a disorientare ogni sorta di nemici a tutto vantaggio degli abitanti che da questo strategico punto di osservazione controllavano tutta la vallata del Cosa. Raggiungete invece prima del tramonto il suggestivo borgo di Trivigliano e percorretene senza fretta le antiche scale, ammirate gli archi luminosi e raggiungete infine la terrazza del paese dove vi aspetta un panorama straordinario che comprende anche il lago di Canterno. Naturalmente potrete raggiungere tante altre interessanti località dell'Alta Ciociaria ma preferisco solo darvene un accenno per lasciarvi il gusto della scoperta: le fresche acque dell'Aniene e gli ombreggiati sentieri intorno alle cascate a Comunacque, la villa di Traiano ad Arcinazzo, il borgo di Trevi, terra arcaica degli Equi e non ho citato il castello di Fumone, prigione di Celestino V (questo il post), il castello merlato del XIII sec. a Torre Cajetani e Guarcino, antica " Varcenum" nota come luogo ricco di acque e che oggi mostra un centro storico intatto con la casa madre di Bonifacio VIII e l'antico monastero benedettino di S.Luca e un Osservatorio Astronomico in verità noto solo agli addetti ai lavori.
Gli appassionati naturalisti potranno organizzare sia da Guarcino, con adeguata scorta di tenerissimi amaretti (li trovate da Erzinio) o raggiungendo Filettino, interessanti escursioni nel parco Regionale dei Simbruini. Se passate poi per Tecchiena, vicina ad Alatri, fate incetta del pane e delle tante delizie che qui conservano ancora un sapore e un profumo d'altri tempi e constaterete che Saturno, dio o re che fosse, scegliendo dopo lungo peregrinare questo lembo di terra laziale dovette essere veramente convinto della straordinarietà di questi luoghi che celano ancora ma solo ai viaggiatori frettolosi angoli straordinariamente incontaminati.
Gli appassionati naturalisti potranno organizzare sia da Guarcino, con adeguata scorta di tenerissimi amaretti (li trovate da Erzinio) o raggiungendo Filettino, interessanti escursioni nel parco Regionale dei Simbruini. Se passate poi per Tecchiena, vicina ad Alatri, fate incetta del pane e delle tante delizie che qui conservano ancora un sapore e un profumo d'altri tempi e constaterete che Saturno, dio o re che fosse, scegliendo dopo lungo peregrinare questo lembo di terra laziale dovette essere veramente convinto della straordinarietà di questi luoghi che celano ancora ma solo ai viaggiatori frettolosi angoli straordinariamente incontaminati.
Bibliografia essenziale
Giulio Magli , I segreti delle antiche città megalitiche, Newton Compton Ed.
Gal Ernici,Simbruini, Un viaggio nell'Alta Cociaria
Felice Ramorino, Mitologia Classica, Hoepli Ed.
Giuseppe Capone, La Progenie Hetea, Tofani ed.
Marianna Candidi Dionigi, Viaggi in alcune città del Lazio che diconsi fondate dal Re Saturno, Tofani ed.
Daniele Baldassarre, Le Mura del Mito, Ass. Culturale Bottega della Memoria
Aletrium, supplemento al N° 6 di Forma Urbis , E.S.S. (lo trovate in edicola )
autore: Rolando Profita
www.laziosegreto.blogspot.com