Il primo suggerimento va al volume" Etrusca Disciplina" scritto da Massimiliano Kornmuller ed edito dalla Editrice Irradiazioni.
Si tratta della traduzione con accluso relativo calendario brontoscopico, del manuale teorico pratico di divinazione, citato da vari autori latini e rifacentesi a testi perduti attribuiti a Nigidio Figulo, definito pitagorico e mago da Svetonio. L'agile volume permetterà ai lettori neofiti di cose etrusche, di vestire i panni degli aruspici e seguendo le indicazioni contenute, in quelli che Cicerone classificava come libri fulgurales, apprendere la" disciplina" etrusca scoprendo metodi, abbigliamento e corretta postura per poter praticare la Keraunoscopia ( divinazione mediante i fulmini) e la Brontoscopia (divinazione tramite i tuoni).
Nel calendario leggerete ad esempio che se tuonerà il 9 dicembre, questo andrà interpretato come segno certo "della caduta di un uomo famoso".
Un ottimo regalo quindi per chi sa poco dei riti Etruschi e vuole immedesimarsi nel modo di pensare di quella civiltà che non considerava tuoni e fulmini solo eventi meteorologici. La lettura permetterà anche di apprezzare maggiormente i siti etruschi descritti sovente in questo blog.
Il secondo è un originalissimo libro, illustrato con estro da Peter Newell : lo trovate presso l'editore Orecchio Acerbo specializzato in" libri per ragazzi che non recano danno agli adulti e libri per adulti che non recano danno ai ragazzi".
Ovviamente per i più piccoli , ma anche un regalo per i patiti del tratto elegante di Newell.
Il terzo prescelto é un libretto proposto dalla editrice Nottetempo , che suggerisco a chi ama i divertissement linguistici. Il titolo antico ed emblematico di "Sator Arepo eccetera"ci riporta al celebre palindromo presente soprattutto in edifici di culto templare.
L'autore é troppo noto per dire di più, pertanto se il budget é limitato e se cercate un libretto di giochi linguistici da regalare agli amici che ricordano di aver visto il quadrato magico a Trisulti(vedi mio post), la ricerca é finita; tuttavia il volumetto di 80 pagine può essere preso anche come palestra ricreativa portatile e rimedio per neuroni intorpiditi che si rivitalizzeranno di certo alle prese con la divertente scrittura rovesciata di alcuni canti della Divina Commedia o le quartine fatte di omonimi, omofoni e omografi. Un libro originale e divertente, che ha tutta l’intelligenza e la passione semeiotica per la parola, tipica di Umberto Eco e dei cultori della tetrapiloctomia applicata di diaristica memoria.
Ed eccoci al quarto suggerimento e alle Edizioni Clandestine che oltre a volumi più attinenti alla realtà dell'oggi, ci regala un testo curioso dal titolo "Elogio della calvizie", scritto ben quindici secoli fa da Sinesio (rinunciatario quindi dei diritti d'autore) in antitesi all' Elogio della chioma scritto da Dione Crisostomo.
"...se è vero, come è vero, che l'uomo è fra tutte le creature la più divina, fra gli uomini che hanno avuto la fortuna di perdere i capelli, l'individuo completamente calvo è in assoluto l'essere più divino sulla terra." Nel tentativo di sottrarre l'opinione comune dal rigido canone di bellezza imposto dal dogmatismo estetico, Sinesio non propone magici rimedi( Cesare Ragazzi non era nato) ma trasforma la caduta dei capelli in un pregio, quasi una virtù aggiuntiva da esibire, ed arriva a paragonare i calvi ad una stirpe divina.
Per Sinesio la calvizie è segno di saggezza, di integrità morale, perfino di buona salute; la chioma, ovviamente, di tutto l'opposto.
Sinesio (370-413 d.C.). Figura intellettuale dalla personalità originale, scrisse opere che, soprattutto in epoca bizantina, divennero veri e propri best-seller.
L'ultimo libro intitolato "Riprendiamoci la terra" è stato scritto da Alessandro Franceschini e viene promosso e realizzato da Altreconomia e ci riporta ai tempi nostri suggerendoci di guardare bene dove mettiamo i piedi:" la terra, a qualsiasi profondità, in città o in campagna, è un bene comune". Un patrimonio che ogni giorno vediamo messo in grave pericolo da minacce che si chiamano sfruttamento, agricoltura industriale, cementificazione, desertificazione. Questo "manifesto" è un lucido invito a saltare il solco dell'indifferenza e a riprendersi la terra stessa, diventandone "consumatori critici" e anche paladini. Una difesa che, a partire dal balcone di casa propria, tutela l'orto condominiale, il parco cittadino, il campo biologico, la riserva naturale e interi territori di Paesi del Nord o del Sud del mondo. Per difendere a ben vedere la Terra, il pianeta che -come dice l'autore con felice espressione- "con pazienza ci ospita".
Buone letture a tutti
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