04/03/10

8 Marzo dedicato a Ipazia (Hypatia) :casta,filosofa e martire pagana

Lazio segreto ha deciso di dedicare alla festa delle donne del prossimo 8 marzo 2010 uno specifico articolo dedicato ad una donna dell'antichità: Ipazia o più correttamente, Hypatia di Alessandria
La nostra ricerca prenderà l'avvio da un dipinto molto noto di Raffaello, che contiene un'immagine che gli esperti hanno interpretato come il ritratto di una filosofa e scienziata egiziana erede della scuola platonica.
Il dipinto da cui parte il nostro viaggio di ricerca, è quello della Scuola di Atene, opera arcinota di Raffaello che si trova ai Musei Vaticani nella cosiddetta Sala della Signatura. (ingresso gratuito l'ultima domenica del mese)
 Credo che la maggior parte dei lettori sia in grado di riconoscere nel dipinto di Raffaello i grandi filosofi dell'antichità :Socrate, Platone, Aristotele, Eraclito, Diogene e forse qualche altro personaggio più vicino al tempo di Raffaello, inclusi colleghi artisti  come Michelangelo o il Sodoma.
Se invece volete un aiutino cliccate su questo link di wikipedia : http://it.wikipedia.org/wiki/Scuola_di_Atene

Potrete attraverso la numerazione dei personaggi, verificare le vostre supposizioni e testarne la validità . Tra i tanti personaggi  raffigurati e di cui sono note le biografie, perchè giunte fino a noi, c'è un personaggio femminile che guarda l'osservatore ed é abbigliato con una veste candida. Posizionato a sinistra nel dipinto é riconosciuto come quello di Ipazia nata ad Alessandria in Egitto intorno al 370 d.C.
Ipazia non si trova a caso nel dipinto di Raffaello, infatti era anch'essa filosofa ma anche matematica e astronoma, figlia d'arte a pieno titolo, essendo suo padre Theone, filosofo e matematico.
Le fonti (vedi sotto) ci dicono che la cosa che Ipazia amava fare maggiormente era indossare il mantello dei filosofi e percorrere le stade di Alessandria per spiegare pubblicamente a chiunque si mostrasse interessato, le idee di Platone, di Aristotele o di altri celebri filosofi..Nonostante fosse di bell'aspetto, la sua passione per la filosofia era tale da farle ritenere secondarie e inadatte alla sua personalità le questioni di cuore, al punto da costringerla ad utilizzare degli stacci con tracce di sangue mestruale per smontare definitivamente l'ardore di un pretendente troppo insistente.
Tuttavia la sua abilità nella dialettica e nei ragionamenti di alto livello le avevano valso l'ammirazione di gran parte dei cittadini e dei tanti visitatori di Alessandria tanto che la sua casa era sempre affollata.
Ovviamente una persona come Ipazia di tale superiore cultura e saggezza, era presente anche nelle vita politica legata al governo della città e fu quindi costretta a prendere le parti di quelli che lei stessa
rappresentava, ma non parliamo di filosofi stavolta, ma degli alessandrini pagani che non erano più benvisti nelle loro pratiche religiose. Rammento che con la nomina di Teodosio nel 408 d.C., la distruzione di tali centri culturali antichi fu definitiva, infatti il 14 novembre del 435 egli ordinò la distruzione di tutti i templi pagani e delle icone delle antiche divinità.
In realtà la faccenda come si legge nelle fonti storiche ( l'enciclopedia bizantina Suidas; la Storia ecclesiastica di Socrate Scolastico; testi di Esichio, di Filostorgio o la storia romana di Niceforo) è molto complessa e tuttavia lasciando ai nostri lettori il gusto di appassionarsi alla vicenda, diremo che Ipazia pagò con la vita la sua eccessiva esposizione, trovandosi lei in prima linea, e quindi coinvolta nello scontro tra il vescovo Cirillo ed il prefetto Oreste circa le modalità di riconciliazione tra pagani ed ebrei nei confronti dei cristiani che si erano impossessati delle sinagoghe e da cui scaturìrono disordini e tafferugli.
Come capita ancor oggi, vi fu chi approfittò dell'occasione per troncare questi " eccessi" di neoplatonismo troppo legati al mondo pagano e distruggere i simboli di quella sapienza: l'erede della scuola di Platone, quindi Ipazia, e la biblioteca di Alessandria ricca di 700.000 volumi e di tutta la sapienza degli antichi.

I documenti, inclusi quelli di provenienza ecclesiastica confermano che Ipazia venne attesa mentre tornava a casa da alcuni cospiratori guidati da un tal Pietro, venne disarcionata dal suo carro, condotta in un luogo detto Caesareum e lì dopo essere stata denudata, venne barbaramente scarnificata e uccisa con dei cocci taglienti. Dopo la morte  il corpo o quel che rimase, venne trascinato in un luogo detto Cinarone dove venne bruciato ponendo fine così alle sue sagge disquisizioni filosofiche e alle sue intuizioni in campo astronomco.
A fine 2009 la casa editrice  La Lepre ha pubblicato un testo su Ipazia che in pochi mesi ha venduto 25.000 copie, segno che Ipazia continua a parlare ancora oggi a chi la vuole ascoltare.
Eccovi il link: http://www.lalepreedizioni.com/catalogo_visualizza.php?Id=36
Un altro testo in lingua inglese é acquistabile on line:
http://www.libreriauniversitaria.it
Per chi volesse andare al teatro, a breve inizeranno a Roma le repliche dello spettacolo teatrale di Massimo Vincenzi intitolato " Il sogno di Ipazia", nel nuovo Spazio Teatro ( http://www.teatrolospazio.it/joomla/ ).
Mi piace ricordare comunque che dopo gli incendi appiccati al Serapeum, facente parte della biblioteca di Alessandria, si riuscì a salvare un certo numero di volumi, forse presi in custodia dai tanti studiosi presenti in città; dopo qualche anno però arrivò il colpo di grazia: nel 639 l'Egitto é conquistato dagli islamici e nel 642 il califfo Omar Ibn al Khattab pronunciava questo tragico e distruttivo verdetto : "se il contenuto dei libri si accorda con il Corano, noi possiamo farne a meno, dal momento che il libro di Allah é più che sufficente; se invece contengono qualcosa di difforme, non c'é alcun bisogno di conservarli.
Quel poco che rimase del patrimonio della biblioteca servì ad alimentare le fornaci delle terme di Alessandria.
Eutichio ci informa che ci vollero ben sei mesi per consumare i 4000 rotoli di papiro rimasti indenni , rotoli che forse ci avrebbero consentito di leggere opere a noi note solo nei titoli, come quelle scritte da Ipazia e sparite insieme a lei in quel lontano mese di marzo del 415 d.C


 Di recente è stato presentato a Cannes un film di Alejandro Amenabar che riporta alla ribalta dopo molti secoli la figura di Ipazia e che a giudicare dalla lentezza nella distribuzione in Italia, mette in luce quanto certi argomenti storici connessi con la presenza di crimini, le diatribe tra le religioni e la responsabilità dei potenti, sia in grado ancora di scoprire antiche ferite che solo attraverso una rilettura distaccata delle fonti " attendibili" e la voglia di conoscenza riuscirebbe in parte a sanare . 
In questo link troverete informazioni e altro sul film Agora: http://agorathemovie.com/ 



Non ho la certezza, ma ai Musei Capitolini dovrebbe esserci un busto di Ipazia con il nome in greco.
Naturalmente il museo contiene tanti altri busti di donne, forse più note di Hypatia : Livia, Agrippina, Matidia, Faustina ecc.

Per saperne di più su Hypatia e le fonti antiche, suggerisco di consultare i vari rimandi contenuti nella pagina: Ipazia di Wikipedia
In particolare si veda il compiutissimo excursus di Giovanni Costa (in basso nella pagina) dal titolo Hypatia figlia di Theone.
Post Scriptum: dopo la visione del film ormai diffuso in Italia, si sarà notato che il regista ha ammorbidito il finale facendo morire Ipazia per soffocamento prima che i suoi assassini iniziassero la lapidazione. Ebbene nonostante i secoli che ci separano da tale vicenda, nel 2009 in Somalia una donna colpevole secondo la corte del villaggiodi adulterio, è stata lapidata e uccisa barbaramente ancora una volta per rispettare leggi religiose che risalgono a decine di secoli prima.
Le foto di tale evento si trovano su World Photo Press e lasciano attoniti...........


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