21/04/10

A Vitorchiano per la fioritura della più grande collezione di peonie cinesi al mondo


Peonia, | petalo a petalo | palpiti, | ti apri, | ti ricomponi
Dai primi di aprile, sono sempre più numerosi i visitatori di un festival molto particolare. Infatti attrae soprattutto gli appassionati di peonie le cui piante ritenute molto longeve offrono spettacolari fioriture e innumerevoli variazioni cromatiche.
Tale festival si tiene in Cina nei dintorni di Luoyang, una cittadina ubicata nella provincia dello Henan dove gli appassionati accorrono per ammirare migliaia di fiori , di oltre 400 varietà di questa pianta, considerata il fiore nazionale cinese.
Per chi ritenesse tale località decisamente fuori mano, avremmo da suggerirvi una valida alternativa, sempre ché siate interessati a colmare questa lacuna botanica spostandovi verso il nord della regione Lazio.

Come raggiungere Vitorchiano
Vitorchiano è facilmente raggiungibile in poco più di un'ora da Roma e rappresenta una buona ragione per una gita, se non lo avete mai visitato, specie all'inizio di primavera, per scoprire un pittoresco borgo della provincia viterbese, arroccato su una altissima rupe di peperino vulcanico. Chi non lo conosce ancora potrà anche approfittare, tra aprile e maggio, dell'apertura dei "Giardini Moutan", dopo aver passeggiato tra i suoi vicoli fioriti alla scoperta dei numerosi angoli che conservano antiche scale (profferii), balconi medievali e stemmi con unicorni. Nei pressi della porta d'ingresso si trova la piccola chiesa della SS. Trinità che oltre a conservare le spoglie di Sant'Amanzio, conserva anche un antico dipinto con una bella Annunciazione del 1514 attribuita a Valentino Pica; purtroppo la tela sta andando in malora giorno dopo giorno e richiederebbe dei restauri prima che sia troppo tardi. Possiamo solo dire: Vitorchianesi unitevi !

Il Centro Moutan
Visitato il borgo potrete poi dirigervi in località Pallone, dove oltre ad un noto ristorante dal menu particolarmente ricercato, troverete uno spettacolare podere divenuto da tempo il " Centro Botanico Moutan", azienda agricola specializzata nella coltivazione delle numerose specie di peonie cinesi e che dietro pagamento di 5 euro vi darà diritto a scorazzare tra migliaia di piante di peonie di una sessantina di varietà, tutte identificate con nomi particolarmente suggestivi.
Vogliamo però fare una digressione e raccontarvi una leggenda cinese legata alla Peonia Moutan che è il fiore nazionale della Cina.
C'era una volta un' imperatrice di nome Wu Tutian che voleva, a causa del suo dispotismo, assoggettare ai suoi voleri non solo i suoi sudditi ma anche il mondo vegetale e quindi alberi e fiori.
Un giorno dopo aver ordinato a questi ultimi di sbocciare per renderle omaggio, questi le ubbidirono aprendo ossequiosi le loro corolle; tuttavia il fiore della peonia fu l'unico che ebbe l'ardire di rifiutarsi di sottostare alla richiesta, mantenendo ben serrati i suoi petali.
L'imperatrice allora decise di punire la sfrontatezza della peonia e ordinò che tutti gli esemplari presenti nel suo regno dovessero essere sradicati e trapiantati sulla cima dei monti coperti ancora di neve.
La peonia però non solo sopportò il gelido castigo imperiale, ma quando venne il momento giusto, dischiuse i suoi petali confermando così  di essere il fiore più bello della terra.
L'imperatrice fu quindi costretta a revocare l'esilio e a restituirle meritatamente il titolo regale. ( tratto da Florario di A.Cattabiani). Non è quindi un caso che dal VII secolo le peonie hanno avuto sempre un posto d'onore nei giardini imperiali del Celeste Impero, dove esperti giardinieri lavoravano alacremente per ottenere effetti sempre più sorprendenti.In antichi testi si legge che il palazzo d'estate dell'imperatore della Cina fosse circondato da 10.000 piante di peonie ovviamente di tutti i colori, pur tenendo conto che quella più rara era invece di un delicato color crema tendente al giallo, colore sacro per gli imperatori.
Molti hanno tentato di descrivere la bellezza straordinaria delle peonie, il poeta Corrado Govoni le descrisse molto enfaticamente in una sua poesia, come " rose esagerate" e " rose dionisiache", ma anche come "odalische voluttuose".
Siamo certi che troverete queste descrizioni più che idonee, dopo aver girovagato tra i sentieri di peonie multicolore del  giardino Moutan.
Questo giardino di 15 ettari nato nel 1993 , si veste dagli inizi di Aprile di splendidi colori che vanno dal bianco al rosa e fino al rosso vermiglio, delle migliaia di peonie fiorite che portano ancora i nomi poetici assegnategli dagli antichi giardinieri di corte: troverete la pagoda di giada bianca, la tunica rossa del dotto, ma anche la principessa Yang ubriaca, la ballerina di porpora, il trono di corallo, la fenice blu dalle ali spiegate, la collana di perle e la nostra preferita: la luna sul monte Kun Lun. 
Potrete riconoscere quest'ultima, per i grandi fiori doppi color bianco neve, visibili anche di notte.

Visitando il giardino in alcune date prefissate, troverete esperti che vi guideranno alla scoperta delle numerose varietà che si suddividono fondamentalmente in due gruppi: le peonie arboree o arbustive e quelle erbacee.
Scoprirete che tali piante sono molto longeve e che possono vivere mediamente fino a 200 anni anche se in Cina si trovano esemplari che hanno superato anche i 300 anni.
Il centro botanico Moutan è dotato anche di spazi dedicati alla ristorazione, posti sia nel piacevole giardino all'aperto ma anche al coperto. 
Quindi la piacevolezza del posto e la perfetta organizzazione delle visite, offre la possibilità di trascorrere  una giornata inusuale fuori città, tra i colori e i delicati profumi delle peonie ma ricordate che la fioritura di questi fiori non dura a lungo, quindi organizzatevi per tempo.
Anche se non avete un giardino potrete portare a casa un profumatissimo bouquet di variopinte peonie per circa 10 euro. Magari approfittate di uno dei corsi dedicati a grandi e piccoli ( "Come farvi il mazzo") e che vi suggeriranno come realizzare splendidi bouquet con le peonie recise.
Per ulteriori informazioni su date ed eventi gratuiti, potete consultare il sito del centro botanico Moutan:
http://www.centrobotanicomoutan.it/cbm/lingua.asp
Per ulteriori informazioni sul comune di Vitorchiano potete cliccare su questo link: http://www.comune.vitorchiano.vt.it/

Prima di tornare a casa dirigetevi di nuovo verso Vitorchiano ma seguite stavolta la strada per Grotte di S.Stefano: potrete fotografare così dall'ampia terrazza panoramica,  non solo per intero la spettacolare rupe su cui poggia Vitorchiano  ma scattarvi anche un selfie originalissimo accanto ad un Moai .La grande scultura è stata realizzata effettivamente dagli indigeni di Rapa Nui meglio nota come Isola di Pasqua....ma per i dettagli della storia andate al nostro post precedente su Vitorchiano.


Per chi invece non avesse spazi adeguati per il verde ed ama i libri di botanica, suggerisco di cercare in libreria i volumi sui Fiori con le illustrazioni botaniche di Pierre Joseph Redoutè (nella foto in alto un suo disegno raffigurante una peonia suffruticosa) pubblicate dall'editore L'ippocampo.
Se il nome di Redoutè vi giunge nuovo, vi invito a sfogliare online un'altra sua opera in francese dedicata alle rose:


Buon divertimento....e non dimenticate naturalmente la macchina fotografica !
Coloro che si sentono dotati di capacità artistiche, possono trovare su you tube
numerosi video che illustrano come dipingere delle splendide peonie, utilizzando
la tecnica cinese. Allenatevi a casa in attesa della prossima fioritura.
Questo è uno dei tanti video: https://youtu.be/4SVJbaR6Rh8

I vostri commenti sono sempre graditi.


17/04/10

Alla ricerca dell' Acqua Puzza e dei paesaggi di Leonardo



Strane cose accadono se degli amici decidono di festeggiare il loro matrimonio nell'abbazia di Valvisciolo, ricca di simboli templari e fuori  dai consueti circuiti turistici che giungono al massimo nella bella abbazia di Fossanova.
Le sorprese sono state tali che meritano una pausa e qualche ricerca aggiuntiva.
Tuttavia ho deciso di offrirvi come antipasto l'immagine che vedete, scattata quasi sotto la torre dell'Acqua Puzza, nel luogo magico scelto da Daniele e Cecilia, e a cui devo quindi la scoperta di questi luoghi straordinariamente ricchi di antiche storie, ma anche di appassionati cercatori di antiche tracce.
Tornate sul blog tra qualche tempo e preparatevi alla sorpresa, indagando nel frattempo sui viaggi di Leonardo da Vinci nel territorio delle paludi Pontine e sugli elementi del paesaggio che costituiscono lo sfondo della Gioconda.
Chi pensa di saperne qualcosa, è invitato ad aiutare i lettori curiosi ed anche me !

12/04/10

Piccoli istanti di poesia (Ko Un )

           Sii come il seme di un dente di leone portato dal vento
            sii come un seme di giunco nel tardo autunno
            va da solo e crea il tuo mondo !

tratto da Fiori d'un istante a cura di Vincenza D'Urso (Editrice Cafoscarina)
Poesia del poeta coreano Ko Un , che definisce la sua raccolta come " gocce di luce che cercano di esprimere una parte del più ampio ciclo del vivere.
Per chi volesse saperne di più. suggerisco di visitare il sito del poeta (in lingua inglese):
http://www.koun.co.kr/default.html

11/04/10

Il giardino dell' Istituto di cultura giapponese a Roma

Roma in quanto capitale d'Italia, é sede di un gran numero di ambasciate e consolati esteri, ma anche di realtà forse poco note, quali sono gli Istituti di cultura, che hanno il fine specifico di promuovere non solo la lingua del paese a cui appartiene ma anche le variegate forme che ne caratterizzano la specifica cultura.
Dal 21 gennaio 2010 è on line un sito promosso dall'Assessorato alle Poltiche Culturali e delle Comunicazioni del Comune di Roma, che consente di attingere alle informazioni relative alle attività svolte proprio dagli Istituti di Cultura esteri in Italia.
Per chi sentisse quindi il desiderio di comprendere più direttamente i vari aspetti di un paese, della sua gente e della sua cultura, non c'é niente di meglio che visitarne la sua Istituzione culturale.
Essendo arrivata la primavera, ed avendo sentito parlare del giardino dell'Istituto giapponese di cultura, abbiamo deciso di prenotare una visita che ci ha consentito in breve tempo di penetrare alcuni segreti di tale antica cultura.
La visita viene condotta in lingua italiana da una guida che ci espone gli elementi fondamentali legati alla creazione del giardino giapponese e delle varie tipologie.Il giardino dell'Istituto è un giardino Sen'en cioé giardino con laghetto.Fu uno dei primi costruiti in Italia nei primi anni " 60, su progetto dell'architetto Nakajima Ken che é responsabile anche del giardino giapponese, presente all'Orto Botanico di Roma.
Anche all'Eur si trova una bella passeggiata del Giappone con essenze arboree tipiche di quel paese.
Visitando quindi l'area verde all'interno dell'Istituto di cultura giapponese, si troveranno gli elementi tipici di questi luoghi: il laghetto, la cascata, le rocce, le piccole isole, il ponticello e l'immancabile lampada di pietra (toro).
Naturalmente anche la scelta delle piante non é casuale, troverete quindi i ciliegi, gli iris, i glicini e i pini nani; inoltre fuori schema troverete alcuni ulivi a simboleggiare le culture mediterranee, quale messaggio di amicizia con il nostro paese. La codificazione degli elementi è quindi ben precisa, ma la composizione scenica complessiva che si apprezza particolarmente dalla veranda( turidono), dovrà apparire  il più possibile naturale e non artificiosa.
Se decidete di visitare il giardino dopo l'arrivo della Primavera, proverete la stessa emozione, in piccolo, di quello che provano i giapponesi durante il " Sakura", allorquando  si recano numerosi nei dintorni di Tokyo per assistere alla fioritura di oltre centomila ciliegi selvatici, forse perchè non hanno perso ancora il valore ed il piacere di questi spettacoli naturali.
"Oh guarda!
e null'altro da proferire, davanti ai ciliegi in fiore
di monte Yoshimo".
Non é un caso che il fiore di ciliegio considerato nella simbologia universale quale simbolo della buona creanza, quindi della cortesia, in Giappone viene associato anche all'integrità morale e alla modestia.(Florario,A.Cattabiani,Mondadori).
All'interno delle ampie sale dell'Istituto sono di solito ospitate mostre interessanti di artisti di origine giapponese.
  Fino al 17 Aprile sarà possibile ammirare le trasparenti creazioni in vetro di Oki Izumi e le porcellane artistiche di Iko Itsuki. Ritengo tautologico rammentare che presso l'istituto è possibile consultare i numerosi testi presenti nella biblioteca ( ad esempio i numerosi libri sui giardini ), ma anche partecipare a numerosi eventi culturali e naturalmente apprendere la lingua giapponese.
Per ulteriori informazioni sugli Istituti di Cultura esteri in Italia : http://culturainternazionale.wordpress.com/accademie-tutte/
Per informazioni e l'indirizzo dellIistituto di cultura giapponese: http://www.jfroma.it/
Alcune informazioni curiose sul Sakura(fioritura dei ciliegi) in Giappone: http://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/ciliegi+in+fiore%2c+previsioni+sbagli


Buon divertimento !

05/04/10

A Genzano per scoprire il parco dedicato a Caroline Shirley, duchessa Sforza Cesarini

  
La cittadina di Genzano é una delle mete privilegiate fra i 14 paesi dei Castelli Romani dislocati tra i Colli Albani e Tuscolani. Data la scarsa distanza da Roma, si contende con Ariccia e Albano le visite di turisti e buongustai in cerca dei sapori tradizionali e della vivace atmosfera paesana.
Il traffico stradale non é più scarso, come quando su queste colline si giungeva a cavallo, come scriveva Byron descrivendo la sua cavalcata da Albano a Nemi o come ci racconta nelle pagine dei suoi ricordi Massimo D'Azeglio (1798-1866): "Presto ricorreva l'Infiorata, né avrei potuto avere migliore occasione per una gita preparatoria. Giunto il giorno della festa, la mattina all'alba montai a cavallo e via per Genzano".(I miei Ricordi ).

Il nome della cittadina é dal XVII secolo legato alla tradizionale Infiorata che si tiene ogni anno nel mese di giugno,  la prima domenica dopo il Corpus Domini. In tale occasione la larga via che porta al Duomo di S.Maria della Cima viene interamente ricoperta di petali multicolori che formano un lunghissimo ed effimero tappeto artistico.
Il nome di Genzano è legato anche all'ottimo pane, che primo ad aver ottenuto il marchio IGP, conserva ancor oggi le stesse caratteristiche di quello che già trecento anni fa utilizzava lieviti naturali, lenta lievitazione e i sani ingredienti utilizzati ancora oggi dai numerosi panifici della cittadina.
La tradizione gastronomica locale da sempre apprezzata soprattutto per la genuinità dei cibi della tradizione romana  si evince anche dal consistente numero di ristoranti, trattorie e locande che sono in grado di soddisfare tutti i palati, adattando i menù alle stagioni, ma anche alle festività e ricorrenze che solitamente richiamano romani e turisti italiani e stranieri verso i Castelli.
Per coloro che fossero passati di fretta da Genzano, suggerisco di ritornarvi per visitare con calma la cittadina, la cui impostazione urbanistica triangolare a tridente con la creazione di lunghi viali alberati (le cosiddette olmate)risalgono al 1643 e sono dovuti a Giuliano II e a Livia Cesarini secondogenita di Gaetano II. Da ex suora oblata, attraverso un matrimonio prima segreto, divenne poi consorte di Federico II Sforza e quindi responsabile del ramo nobiliare Sforza Cesarini. Dopo aver apprezzato il centro storico, spostatevi verso la parte alta della cittadina per conoscere una perla naturalistica qual é il Parco Sforza-Cesarini, ubicato proprio accanto al Palazzo della nobile famiglia.(vedi mappa).
Il parco, caso raro, é stato acquisito dal comune che dopo gli opportuni restauri, da qualche anno ne consente l'accesso durante i fine settimana ed i giorni festivi, di solito a partire dalla fine di Marzo e fino a Novembre (vedi nel sito del comune riportato in basso per orari ed altre iniziative).
Da fine marzo 2010, l'accesso a pagamento ( 3 euro) include anche una visita guidata curata dall'associazione Diakronica , che consente di scoprire i segreti di questo angolo idilliaco che include un romantico arco affacciato sullo "specchio di Diana".In verità il lago di Nemi nel suo ovale blu cobalto é visibile anche da varie terrazze nei pressi del Belvedere, sotto le mura del Palazzo Sforza Cesarini..Andrebbe sfatata l'idea che il lago sia visibile solo raggiungendo Nemi, la pittoresca cittadina legata al culto e al tempio di Diana Nemorensis.La dea di origine italica connessa con la greca Artemide, il cui nome é presente nella vicina catena montuosa dell' Artemisio, é stata collegata nella tradizione mitologica alla vita dei boschi, ma anche alla luna e quindi alla fertilità e divenne in epoca romana, protettitrice delle vergini e delle gestanti e quindi invocata a protezione del parto e dei nascituri.
Entrati quindi nel giardino, non perdetevi la vista panoramica del lago che incastonato tra queste dolci colline sembra quasi uno specchio se non fosse per i numerosi volatili che " disturbano" l'immobilità delle sue acque.
Concentratevi quindi sulla vegetazione presente nel parco, che vi consentirà di incontrare esemplari anche centenari piantati nel periodo dal 1847-1857, quando Lorenzo Sforza Cesarini coadiuvato dall'architetto Lanciani, volle creare per la consorte, la giovane Caroline Shirley, questo giardino romantico all'inglese, secondo la moda del tempo.
Lungo il percorso si incontreranno alcuni cedri dell'atlante, due sequoie sempervirens ed un leccio gigantesco di oltre 23 metri di altezza.Nella parte del parco ancora in fase di sistemazione si trovano invece i tipici esemplari della lecceta con splendidi esemplari di orniello e carpino nero ( i frutti di quest'ultimo somigliano a degli orecchini snodati).Una visita con un dendrologo (esperto di alberi) o un botanico potrebbe far scoprire i sambuchi e gli alianti, le robinie e gli olmi, ma anche grandi bacche di pungitopo, il viburno e l'alloro.
Agli inizi della primavera gli angoli più riparati e prossimi alle cascatelle, ai ruscelletti e alle fontane sature di felci, si riempiono di viole mammole e di pervinche azzurre, mentre in autunno si potranno apprezzare le numerose gradazioni di colore delle foglie dell'Acero fico.
Non c'é dubbio quindi che il parco possa essere utilizzato non solo come luogo di relax psico-fisico, visto il ruolo determinante svolto dal bosco nella fissazione dell'anidride carbonica, ma come area didattica per grandi e piccoli.
Durante l'itinerario si potranno apprezzare anche delle cascatelle che sembrano voler dissimulare l'ingresso di alcune cavità artificiali realizzate nel tufo rossiccio tipico del vulcanesimo dei Colli Albani.
Al visitatore inesperto potrebbe invece sfuggire l'importanza di alcune epigrafi scritte in latino e facenti parte di un monumento funerario dedicato a Posilla Senenia, ritrovato nei pressi di Frasso Sabino( dove peraltro esiste un altro castello degli Sforza Cesarini)e di cui per comodità riportiamo la traduzione:
O viandante,fermati un attimo e leggi fino in fondo questa scritta: a una madre non fu consentito di godersi la pur unica figlia.
 E perchè ciò sia accaduto credo sia stato per invidia di qualche nume.
          Siccome non ha potuto da viva essere fatta bella da sua madre,
                           quello che era dovuto, costei lo fece dopo la sua morte:
                          con questo monumento fece bella colei che aveva tanto amato.

I lettori più curiosi troveranno in fondo al post le tracce per addentrarsi nella vicenda e forse appassionarsi alle analogie biografiche tra l'epigrafe purtroppo smembrata in più frammenti, dedicata a Posilla Senenia, figlia di Quarta Senenia, liberta di Gaio e le vicende della giovane duchessa Caroline.
Qui ci limiteremo a ricordare che Caroline era di origine inglese essendo nata nel 1819 a Ratcliffe on Wreake, nella contea di Leicester.
Conosciamo la sua paternità essendo figlia di Robert  Shirley, visconte di Tamworth, mentre della madre, sappiamo solo che faceva la cameriera e che non poté mai accudire sua figlia. Il padre purtroppo morì quando la piccola aveva solo 4 anni e di lei si occupò amorevolmente il nonno, importante personaggio pubblico che aveva la carica di VII Earl Ferrers.
Alla morte di quest'ultimo nel 1827 la bambina fu affidata alle cure di Charles e Harriet Mundy di Burton, amici fidati del nonno, che si presero cura di Caroline e utilizzarono anche i loro beni per rendere la giovane una donna ammirata e apprezzata nel suo tempo, non solo per la sua cospicua dote, ma per le sue doti tipicamente femminili: una carnagione trasparente, uno  sguardo brillante, ma anche per la sua eleganza, semplice e tipicamente inglese.
Qualche cenno merita anche il consorte Lorenzo Sforza Cesarini che incontrò la giovanissima Caroline  (l'immagine a sinistra é una rielaborazione dell'autore di questo post, del dipinto conservato all'interno del Palazzo Sforza Cesarini) durante i suoi frequenti viaggi in Italia tra il 1836-1837, quando il futuro duca si presentava nelle vesti di pittore con il nome di Filippo Montani, non potendo rivelare che in realtà era figlio illegittimo della duchessa Gertrude Conti Sforza Cesarini.
Per sua fortuna la morte del fratello naturale Salvatore Sforza, che non aveva avuto prole, convinse la Sacra Rota a legittimare Lorenzo che così potè acquisire il titolo di duca Sforza Cesarini e a riappropriarsi dei beni ereditari spettanti. Tale passaggio non fu certo semplice e il contenzioso coinvolse il casato Torlonia, essendo Anna, la sorella di Lorenzo anche madre di Giulio Torlonia.Ovviamente la vicenda appassionò il popolino ed anche il Belli, che nel 1834 scrisse un sonetto in romanesco dedicato alla " causa Scesarini".
Non v'é dubbio che una visita al parco possa costituire uno stimolo a saperne di più di queste vicende tipicamente ottocentesche, ma le pagine di un blog devono essere leggibili in tempi rapidi, per cui coloro che vogliono approfondire quanto descritto, troveranno vari link utili ai più curiosi, ricordando che i luoghi che si affacciano sul lago di Nemi meritano una visita soprattutto per quell'atmosfera particolare che lo scrittore Henry James provò e descrisse come" incredibilmente strana". Provare per credere !

Il sito del Comune di Genzano dedicato al parco:
http://www.comune.genzanodiroma.roma.it/gnz/turismo/visita/parco_sforza.bfr
Per conoscere le biografie dei personaggi legati al casato Cesarini :
http://www.ducatocesarini.it/persone_e_personaggi/persone_e_personaggi.htm
Per scoprire i significati veri e nascosti dell'epigrafe dedicata a Posilla e leggere i brani scritti da Thomas Rossel Potter nel 1840 sulla vicenda di Caroline Shirley.
http://renatostuder.wordpress.com
Il sito inglese dalla contea del Leicestershire village che contiene informazioni sulla Duchessa Caroline Sforza Cesarini:
http://www.leicestershirevillages.com/ragdale/localhistory.html 
Avendo dimestichezza con l'inglese si può leggere un brano tratto da Vicissitudes of families di E. Burke contenuto nel sito dell'Associazione della famiglia Shirley:
http://www.shirleyassociation.com/NewShirleySite/NonMembers/England/
Per leggere con google book le pagine del Guattani con la descrizione ed il disegno del monumento funerario a Posilla:
http://books.google.it/books
Per leggere il sonetto del Belli sulla causa " Scesarini": http://it.wikisource.org/wiki/Sonetti_romaneschi/La_Causa_Scesarini.
Il sito dell'associazione Diakronica che da 10 anni é impegnata nei progetti di promozione culturale del territorio ed in particolare del Parco Sforza Cesarini.
http://www.diakronica.org/
Buon divertimento
Eccovi la consueta mappa per raggiungere il Parco Sforza Cesarini sito nel Piazzale Sforza Cesarini a Genzano.

Visualizzazione ingrandita della mappa