17/04/10

Alla ricerca dell' Acqua Puzza e dei paesaggi di Leonardo



Strane cose accadono se degli amici decidono di festeggiare il loro matrimonio nell'abbazia di Valvisciolo, ricca di simboli templari e fuori  dai consueti circuiti turistici che giungono al massimo nella bella abbazia di Fossanova.
Le sorprese sono state tali che meritano una pausa e qualche ricerca aggiuntiva.
Tuttavia ho deciso di offrirvi come antipasto l'immagine che vedete, scattata quasi sotto la torre dell'Acqua Puzza, nel luogo magico scelto da Daniele e Cecilia, e a cui devo quindi la scoperta di questi luoghi straordinariamente ricchi di antiche storie, ma anche di appassionati cercatori di antiche tracce.
Tornate sul blog tra qualche tempo e preparatevi alla sorpresa, indagando nel frattempo sui viaggi di Leonardo da Vinci nel territorio delle paludi Pontine e sugli elementi del paesaggio che costituiscono lo sfondo della Gioconda.
Chi pensa di saperne qualcosa, è invitato ad aiutare i lettori curiosi ed anche me !

9 commenti:

  1. Anonimo21.6.10

    Di fondazione latina, Acquapuzza divenne feudo potente nel medioevo per il controllo dell'Appia Pedemontana che sostituì per 1000 anni l'Appia impaludata. Il suo territorio arrivava fino al mare coi laghi di Fogliano, Monaci e Caprolace nella Selva di Bassiano, dove trasbordavano merci e passeggeri dalle barche di palude a quelle di mare. La Pedemontana sotto il castello di Acquapuzza, subiva una strozzatura tra un orrido dirupo e la palude e nel 1158, papa Adriano IV°, espugnata la fortezza, istituì il PASSO DI ACQUAPUZZA con pagamento di pedaggio per i transiti dei pellegrini,( la Pedemontana era la Via Francigena più importante verso la Terrasanta) dei passeggeri, delle merci e il naviglio di palude che lì transitava. Un castrum vitale per la Chiesa per la difesa di Roma dalle invasioni dal Sud. Nella Gioconda, a sinistra in basso di chi guarda, si vede appunto una strada che svolta in una valle rossa per poi passare, biforcata, in una strettoia di roccia. Si evince chiaramente che quello sia un passaggio o "passo". Sopra, inconfondibile, il profilo della Torre di Acquapuzza, l'unica costruzione che rimase della fortezza distrutta nel XIV° sec. Nella valle rossa vi era una delle 8 cave di pozzolana rossa di Sermoneta, visibile in mezzo all'ansa della strada della Gioconda. A destra del quadro, un ponte che esiste ancora: il Ponte di Lidano. In alto, sempre nel quadro, il mare e il profilo del Monte Circeo incastonato in mezzo ad alti picchi... Il Passo di Acquapuzza era famosissimo e temuto nel medioevo e nel 1250 il papa lo affidò ai Cavalieri Templari che usarono le grotte presistenti come magazzini di vino e derrate prima dell'imbarco per la Terrasanta. Il passo di Acquapuzza fu distrutto dalle cave per l'estrazione della Pietra Lepina nel XX° sec., e ne rimangono soltanto rimangono tumuli di pietra nel parcheggio del sottostante ristorante La Catena.

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  2. Ariano22.6.10

    L'ultima colossale opera di Leonardo in Italia, fu la Bonifica delle Paludi Pontine, paludi che lui stesso descrisse" ...bellissime e crudeli, degne di uno sfondo di un mio quadro!" Leonardo non si separò mai dalla Gioconda, modificandola continuamente e usandola come un notes figurato delle sue osservazioni e opinioni sulla Natura. La sua bonifica partiva dal lato sud delle paludi all'incirca dove lui trova il Passo di Acquapuzza e il vecchio ponte romano di S.Lidano. E' da questi punti che si apre lo scenario aereo dello sfondo della Gioconda, sfondo che a mio avviso contiene più zone geografiche dei posti nel mondo che visitò Leonardo qui insieme riunite con guarnizioni di fantasia. Il Passo di Acquapuzza e la relativa fortezza che qui sorgeva,chiudevano la sottostante Appia-Pedemontana e prendevano il nome dalle presenti sorgenti di acqua solfurea. Qui si imponeva ai viandanti il pagamento di un dazio. Ecco come ricorda il Passo Ludovico da Modena, nel 1600:" Sermoneta, famosa nel mondo e per le sue antichità e per un famoso Passo, chiuso a chiunque, con piccola somma di denaro non se l'apre. Vi è di memorabile una strada, d'inverno assai cattiva, e una cert'acqua dalli habitanti acquapuzza chiamata, per il fetor ch'essa emana." In effetti per chi guarda da qui verso sud, ha alla sinistra i Monti Lepini e sullo sfondo il mare con il Monte Circeo, elementi visibili sulla sommità dello sfondo del quadro più famoso del mondo. In basso, sempre a sinistra del quadro, l'antico tracciato della Via Pedemontana come effettivamente era secoli fa, riscontrabile con mappe d'epoca... la curva che la Pedemontana faceva sotto la Torre di Acquapuzza passando nel taglio nella roccia viva del pisco montano: qui la strada era sbarrata da una catena che veniva rimossa al pagamento del pedaggio. Torre e "canyon" sono visibilissimi nel quadro. Poi, non ultime,le leggende di questa Torre che si tramandano nelle lunghe notti invernali davanti ai focolari... leggende di fantasmi e di tesori dei Cavalieri Templari che qui passarono e che furono cercati per secoli...

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  3. Un sentito ringraziamento ad Ariano che ha messo a disposizione dei lettori di Lazio segreto, il frutto delle sue ricerche, certamente favorite dalla passione per i luoghi e per questo tema.

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    1. Si, complimenti ad Adriano che ha arricchito con qualche suggestiva diversificazione quello che scrissi sul mio libro "le paludi pontine del 500 e la Gioconda di Leonardo" nel 2008.

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  4. Bellissimi i racconti e la storia di questo luogo,davvero ricco di fascino. Purtroppo come molte cose in Italia non viene per nulla valorizzato..l'accesso e' chiuso a chiunque voglia visitarlo in quanto e' proprietà' privata...Me lo dice un guardiano che fa le ronde con la sua jeep.Mi viene comunicato che,visti gli atti vandalici subiti dalla torre, gli ingressi vengono registrati con nome e cognome(e va bene si puo' capire,si sa gli imbecilli non mancano un po ovunque)ma quando poi mi si dice che per il solo ingresso dal cancello bisogna pagare una quota di 10 euro..be', mi sembra davvero troppo(più o meno costa come l'ingresso ai musei vaticani...forse l'antico pedaggio costava di meno..colpa dell'euro?! ).Un vero peccato per chiunque volesse avvicinarsi e respirare un po di storia immerso nella natura.

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    1. Purtroppo la gestione dei beni di valore storico non ubicate in aree demaniali è sempre stata disattenta e mai vista come patrimonio comune e quindi da preservare e far conoscere.Rammento l'impresa di due signori incontrati per caso che solo a prezzo di faticoso peregrinare, essendo appassionati di storia e del mito di Enea, sono giunti nei pressi del borgo di Patrica dove all'interno di un'area privata di una multinazionale farmaceutica si trovano le famose dodici are delle tribù laziali.......Non mi pare che il luogo sia mai stato pubblicizzato per quel che merita. Occorre attendere che il museo di Patrica effettui delle visite guidate e organizzarsi di conseguenza.Escusa quindi una visita per chi si trova casualmente da quelle parti.Per l'acqua Puzza forse occorrerebbe creare un itinerario più ampio gestito da un'associazione di volenterosi che faccia scoprire i tanti siti interessanti intorno all'abbazia di Valvisciolo.

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  5. Ringraziamo l'anonimo per la segnalazione.Tutte le prove a sostegno di un riconoscimento vero o somigliante con paesaggi esistenti nelle aree dove i pittori hanno vissuto o viaggiato dovrebbe stimolare i tanti viaggiatori inclini alla curiosità. La verità tuttavia è ardua impresa se non si ritrovano nuovi documenti a riprova della reale intenzione degli artisti di copiare un paesaggio e non magari averlo semplicemente creato con l'estro e la memoria.

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  6. E degrado completo.Intorno la torre,ce una magnifica pianura,oramai frequentata delle vacche e cinghiali.Sarebbe opportuno fare una bella pulizia di bossoli degli cacciatori,e rovi.

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  7. Grazie per il commento. Purtroppo come già detto in una precedente risposta i siti storici non tutelati da amministrazioni attente al patrimonio pubblico rimangono in balia di utilizzatori poco inclini al rispetto dei siti pur ricchi di storia ma legati al territorio. Solo un intervento di chi vive e apprezza la sua terra può agire contro l'indifferenza dilagante.

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