17/09/12

Le tracce del pittore Karl Brjullov tra Manziana e Roma


Molti di coloro che amano la Tuscia viterbese avranno già visitato la Riserva naturale di Monterano nei pressi di Manziana. Ci si va soprattutto in autunno per godere dei bei colori dorati  della faggeta e degli ambienti naturali dove è possibile ancora vedere polle ribollenti di vapore sulfureo. Pochi riteniamo, conoscono il centro storico del piccolo comune di Monterano ubicato a Nord di Roma e che riserva qualche interessante sorpresa.
Passeggiando per il borgo di Manziana si troverà senza fatica una piazzetta con un edificio austero noto come Palazzo Tittoni edificato nel XVI sec.
Nella seconda metà dell'ottocento tale residenza utilizzata come tribunale locale e residenza estiva per i membri del Pio Istituto fu acquisita dalla famiglia Tittoni di cui faceva parte l' illustre patriota Angelo Tittoni.
Come si legge nella sua biografia, egli ospitò intorno al 1852, prima nell'appartamento romano, e poi in questa tranquilla residenza, un pittore russo già apprezzato in patria e ben noto soprattutto a San Pietroburgo: Karl Brjullov.
Le tracce del passaggio in Italia dell'artista benché visibili non attraggono l'attenzione del visitatore occasionale ma se fate parte del club dei viaggiatori curiosi questo post potrebbe costituire lo spunto per un simpatico itinerario soprattutto per chi ama l'arte russa e al tempo stesso i luoghi naturali come quelli nei dintorni di Manziana a breve distanza da Roma.
Ci aveva incuriosito l'aver scoperto con Google map che a Manziana esiste una strada dedicata a Brjullov, fatto assai inusuale in quanto il nome di pittori russi è raro nella toponomastica italiana. (Per leggere il seguito, clicca su continua o sul titolo del post).


Le successive ricerche hanno permesso di incrociare varie informazioni con l'ausilio di Internet, scoprendo così che nei pressi dell'antico Palazzo Tittoni si trova anche una targa commemorativa che rammenta che l'11 giugno 1852 il celebre pittore abbandonò il mondo dei vivi all'eta di 57 anni, proprio mentre si trovava a Manziana.. (Alcuni siti riportano erroneamente Manciano, località che si trova come è noto in Toscana e non ha alcuna relazione con il noto pittore).
La causa del decesso del Prof. Brjullov (come veniva chiamato in Italia) si può leggere nel referto stilato dal medico di fiducia della famiglia. Il dott. De Masi che aveva seguito l'evoluzione infausta della malattia, ne aveva avvisato prontamente con un messaggio notturno Angelo Tittoni che si trovava nella capitale;diagnosticando senza ausilio di Tac e Risonanze Magnetiche il male dell'artista, egli aveva scritto "emorragia arteriosa" o come si sarebbe detto oggi: aneurisma aortico.
L'insigne pittore aveva frequentato già in gioventù l'Italia utilizzando la borsa di studio triennale offerta dall'Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo ai migliori allievi. Per tale ragione egli russificò il cognome francese di origine ugonotta da Brulleau in Brjullov in quanto solo i cittadini russi potevano ottenere tali sovvenzioni pubbliche.In seguito dopo essersi dedicato all'insegnamento, tornò varie volte in Italia in compagnia del fratello Alexandr, architetto e anch'esso pittore.
Dai suoi soggiorni in Italia era nata la sua passione per l'arte italiana, apprezzava particolarmente le opere di Raffaello, mentre aveva tratto spunto dai tanti luoghi visitati, poi divenuti soggetti delle sue numerose tele. Egli amava cogliere scene di vita quotidiana e momenti di vita reale e fissare per sempre sguardi e caratteri dei tanti personaggi da lui incontrati ed in particolare delle famiglie aristocratiche russe che vivevano in Italia con le quali si incontrava presso il noto Caffè Greco o nel salotto della principessa Zenaide Volkonskaja che dal 1820 abitava al primo piano di Palazzo Poli a Roma mentre in estate  come era d'uso, il cenacolo si trasferiva nella bella villa di Frascati.


Da un viaggio a Pompei e dalle letture di Plinio il Giovane contenenti la descrizione dell'eruzione del Vesuvio, nacque invece il famosissimo e smisurato quadro " la caduta di Pompei", realizzato in Italia e visibile oggi nelle sale del Museo Russo di San Pietroburgo. L'opera gli valse medaglie, l'apprezzamento dello zar, encomi anche dall'estero e poetici versi da parte di scrittori del calibro di Pushkin e Gogol e citazioni all'interno di numerose opere letterarie di autori russi
Il suo ultimo e definitivo viaggio in Italia era stato deciso in seguito al peggioramento delle sue condizioni di salute aggravate dalle estenuanti attività che Brujllov era stato chiamato a svolgere all'interno della Cattedrale di Sant'Isacco a San Pietroburgo. Per vari mesi era rimasto all'interno di tale edificio per affrescarne la cupola posta a oltre 100 metri di altezza.
L'umidità degli ambienti e l'impegno quotidiano speso dal pittore non è oggi percepibile a chi sollevi lo sguardo per ammirare un affresco di ben 800 mq intitolato:La vergine in gloria.
Ritornando a Roma invece e visitando il cimitero acattolico alle spalle della Piramide Cestia si troverà a sinistra rispetto all'entrata, ben evidente in terza fila, la tomba del celebre pittore.
La stele oggi appare bianchissima dopo i recenti restauri e il giovane viso del pittore ha ripreso la sua vivacità originale e il tempo trascorso è leggibile soltanto dalla capigliatura fatta di numerosi boccoli che ricorda le vezzose parrucche francesi di fine 700.Tuttavia occorre un certo sforzo per decriptare l'epigrafe seguente:

CAROLUS BRULLOF
PICTOR QUI PETROPOLIS
IN INPERIO RUSSIARUM
NATUS ANNO MDCCXCIX
DECESSIT MDCCCLII

Tale epigrafe sarebbe illegibile ad un turista russo avvezzo solo al cirillico: il nome dell'artista è diventato infatti Brullof e il testo dell'epigrafe è scritto in latino.
Inoltre a complicare le cose il nome della città di nascita di Brjullov è riportato usando l'antica denominazione greca di Petropolis, corrispondente a quella città fondata da Pietro I il Grande che fu un tempo Pietrograd, poi Leningrado e oggi San Pietroburgo.

Particolarmente curioso è il bassorilievo posto in alto nella stele e che contiene l'immagine dello stesso Brjullov tra figure femminili, forse muse o ninfe e un bambino forse raffigurazione di Apollo.
Guardando con attenzione le figure scolpite ai due lati del bassorilievo ne vien fuori in sintesi il racconto espresso nel marmo della vita dell'artista. A destra riconoscerete nel personaggio barbuto la simbologia del fiume Tevere, mentre a sinistra il personaggio chiaramente femminile (in lingua russa i fiumi sono di genere femminile) rappresenta la Neva, il fiume che attraversa San Pietroburgo, città natale di Brjullov, le cui acque profonde frammentandosi in svariati canali, attraversati da centinaia di scenografici ponti sono ancora oggi frequentati da pittori  emuli alla lontana del grande Brjullov.

Buona scoperta !
Per scoprire le numerose opere di Brjullov potete visitare questo sito:
abcgallery.com (al suo interno centinaia di opere di Karl Brjullov).
Un'alternativa più impegnativa è recarsi a San Pietroburgo per visitare il Museo Russo che contiene molte sue opere.
PS: il cimitero acattolico di Roma contiene numerose altre tombe di pittori, poeti e soprattutto nobili principesse, baroni e diplomatici e perfino giovani ciambellani dell'impero Russo.
Una grande croce con un medaglione smaltato ben visibile (vedi numero 2218 della mappa richiedibile alle gentili signore dell'ufficio informazioni) attira l'attenzione su una tomba con un'epigrafe poco leggibile in alfabeto cirillico: Si tratta della sepoltura del principe Feliks Yusupov padre del principe Feliks Feliksovic Sumarokov-Elston ben noto per aver organizzato l'omicidio di Rasputin.Con pazienza si potrà trovare anche la tomba di T.Tolstaja Suchotina, figlia del grande Lev Tolstoj.




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