10/02/10

Alla scoperta del Lago di Martignano ( versione invernale)



Il lago di Martignano, pur essendo ubicato a breve distanza da quello di Bracciano, non è molto noto, forse a causa del fatto che le sue sponde non sono raggiungibili in auto. Solo i mezzi di soccorso infatti e quelli di polizia possono raggiungere le sue rive.
Dalla mappa potete già farvi un'idea dell'itinerario che prevede l'utilizzo per chi proviene da Roma, della via Braccianese e la deviazione poi verso Anguillara.Seguendo il tracciato in blu, raggiungerete il comodo parcheggio che fino ad aprile troverete quasi sempre vuoto. Da lì con una comoda strada in discesa raggiungerete a piedi il lago in meno di un quarto d'ora.
L'area presenta spunti di notevole interesse per comprendere sia la geologia dell'area laziale che antichi avenimenti legati alla storia di Roma.
Se vi foste infatti trovati  a sorvolare l'area dei Monti Sabatini 600.000 anni fa, avreste osservato un' intensa attività vulcanica estesa poi anche a sud-est con l'altro complesso vulcanico dei Colli Albani.
Tale attività è proseguita con fasi intermittenti fino a 150.000 anni fa, terminando poi 40.000 anni fa proprio con le ultime attività vulcaniche che hanno imteressato l'area dell'attuale lago di Martignano.
In realtà fino a tempi recenti i bacini erano 3, ma opere di bonifica ed emergenze idriche hanno svuotato sia l'invaso del Baccano che quello di Stracciacappe.
Come ci informa il Nibby, il lago di Martignano era anticamente chiamato Alsietinus Lacus, e citando Frontino ne fa derivare il nome dall'antica città etrusca di Alsium e dal suo fondatore Halesus.Altre tesi citano un insediamento più antico legato ai Falisci.
Per quanto riguarda invece il nome di Martignano è sempre il Nibby a suggerire che la denominazione sarebbe da collegare ad un " castrum mastringiani " ormai sparito o forse trasformato in casale e da collegare al  proprietario di un fondo avente probabilmente il nome di Martino.
Interessante é altresì il fatto che le acque del Lacus Alsietinus vennero impiegate come ci racconta Svetonio, dall'imperatore Augusto che nel 2 a.C decise di utilizzare le acque decisamente non adatte ad usi alimentari  per la realizzazione di un acquedotto che sfociava nella zona di Trastevere dopo un itinerario di 33 Km ..
In realtà lo scopo vero dell'opera fu quello di riempire l'invaso dell'area, appositamente costruita nei pressi della chiesa di San Cosimato per la realizzazione di una grandiosa Naumachia, ovvero una spettacolare simulazione di battaglie navali: in quel caso si simulava la battaglia di Salamina tra persiani e ateniesi.
Ci vollero ben 15 giorni per riempire l'invaso con 200.000 metri cubi di acqua.
Naturalmente venne anche costruito un canale di collegamento tra il Tevere e la sede della Naumachia per consentire l'accesso di 30 navi rostrate e triremi, governate da 3000 figuranti e rematori.
Si può intuire come pochi restassero a casa durante questi eventi, e per tale ragione Augusto da imperatore lungimirante, aveva ordinato un controllo straordinario della città, praticamente svuotata per accorrere alla Naumachia. D'altronde la tecnica di governo del popolo, stigmatizzata dal celebre motto di Giovenale - panem et circenses - ha sempre funzionato.
Tornando all'oggi va detto che il cunicolo dell'acquedotto alsietino voluto da Augusto è ancora visibile, solo che si trova a oltre 12 metri sopra il livello del lago di Martignano. Risale al 1828 la decisione della Presidenza delle Acque e Strade che per sopperire alla deficienza dell'Acqua Paola fece realizzare un collegamento tra il lago di Bracciano, quello di Martignano e il bacino di Staracciacappa con l'effetto di un abbassamento del livello del primo e lo svuotamento definitivo del secondo.
Non tutto il male vien per nuocere: a soli due metri di profondità nel lago di Martignano sono adesso visibili le rovine di una villa romana, mentre ispezioni subacquee hanno portato alla luce interessanti reperti legati ad insediamenti umani e alla individuazione di una foresta fossile.
Dai test effettuati con carbonio 14 gli alberi risultano morti intorno al 500 d.C.
Concludendo: il lago di Martignano è sicuramente un' oasi naturale che ancora resiste " nonostante tutto".
Andare a vederlo in inverno vi consente di apprezzarlo nella sua naturalità e cioè senza il vociare dei villeggianti lacustri, lo sfrigolio delle salsiccie ed il movimento pur silenzioso di vele e pedalò.
Il pianoro dove si trova il parcheggio offre inoltre un colpo d'occhio eccezionale e dall'alto per fotografare il lago di Bracciano.
Nei dintorni vi sono poi numerose opportunità per una giornata all'insegna dello svago ma anche per l'apprendimento( vedi mio post su: il Museo Storico Aeronautico di Vigna di Valle ).
Per saperne di più:
http://www.parcodeilaghi.it/
http://www.lcnet.it/reticiviche/campagnano/martignano.html
http://www.parks.it/parco.bracciano.martignano/
http://www.parcobracciano.it/home.php




Visualizzazione ingrandita della mappa

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