28/01/11

A Roma in cerca di anamorfosi, fori gnomonici e astrolabi catottrici : un itinerario per veri curiosi a pochi passi da Trinità dei Monti

Dunque,che cos'è il tempo? 
Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio, però spiegarlo a chi me lo chiede, allora non lo so più.
Agostino d'Ippona,Confessioni (Lib.XI,14)

Chi non riesce più a provare stupore e meraviglia è già come morto
e i suoi occhi sono incapaci di vedere
A.Einstein

Nel 2010 oltre dieci milioni di turisti hanno deciso di trascorrere uno o più giorni nella città di Roma.
Secondo l'annuale sondaggio di Travel  &  Leisure, una rivista americana dedicata ai viaggi, nel 2010 Roma è passata dal nono al quinto posto nella classifica delle città preferite dai viaggiatori.. Ovviamente risulta un po' più arduo sapere cosa hanno fatto e cosa hanno visto questi milioni di viaggiatori.
I dati disponibili ci dicono tuttavia che quasi la metà dei turisti raggiunge l'area del Colosseo e molti raggiungono S.Pietro, visitando  i musei Vaticani. Non sappiamo però quanti abbiamo visto ad esempio le illusionistiche volte di Andrea Pozzo nella chiesa di S.Ignazio o i dipinti del Caravaggio a S.Luigi dei Francesi e a S.Maria del Popolo o quanti abbiano apprezzato le strabilianti sculture del Bernini come l'estasi di Santa Teresa o quella della Beata Ludovica Albertoni, posta all'interno della chiesa di S.Francesco a Ripa. Sparuto è comunque il numero di quelli che entrano nell'oratorio di S.Silvestro presso la basilica dei S.Quattro Coronati: in pratica non sappiamo quanti, inclusi i cittadini romani, conoscano realmente gl innumerevoli tesori nascosti di Roma.

Sebbene molti viaggiatori siano dotati di guide e mappe, il numero dei luoghi, dei monumenti e delle meraviglie di Roma è tale, per cui passate le prime ore di euforia, ci si rende conto che conoscere in pochi giorni una città con quasi 28 secoli di storia ( nel 2015 festeggerà il suo 2768° compleanno) è un'operazione impossibile e sovraumana. Molti poi vagano a caso per la città sperando di carpire con lo sguardo, ora tutte le vicende narrate dalla  colonna Traiana ( ce n'è una più comoda al museo della Civiltà Romana) talvolta cercando di intuire il senso di un'iscrizione latina. Abbiamo incontrato anche chi fa un giro rapido all'interno di una chiesa semibuia senza accorgersi che l'opera d'arte sta sopra le loro teste, visto che la cupola in realtà non esiste essendo una illusione pittorica.
Questa premessa ci è sembrata necessaria per prepararvi ad un itinerario che dedichiamo soprattutto ai  più giovani e come sempre ai viaggiatori più curiosi.
Obelisco di Montecitorio
Per farvi acquisire le conoscenze minime indispensabili per apprezzare quello che descriveremo, vi invito a recarvi (se volete virtualmente) a vostra scelta in Piazza Montecitorio o in Piazza S.Pietro.
In entrambi questi luoghi troverete un enorme obelisco. Non sono gli unici obelischi romani , ma questi due hanno qualcosa di speciale essendo anche antichi " orologi solari".
Quelli che vedrete, furono cimeli trionfali di imperatori romani che rammentano ancora oggi la conquista dell' Egitto ma sono anche memoria di antichi culti solari, provenendo entrambi dalla città sacra di Heliopolis.
Quello che molti visitatori non sanno è che sono entrambi degli gnomoni, termine di origine greca che indica un qualsiasi elemento, uno stilo o anche voi stessi in posizione eretta, in grado di generare un'ombra e quindi indicare il movimento apparente del sole su una superficie piana adiacente, appositamente predisposta con segnalatori, tacche o altri reperi visibili, in grado di informare (nel caso delle meridiane) sul momento esatto del mezzogiorno, o come scriveva Plinio il vecchio, fornire i dati "della durata del giorno e della notte", utili per il luogo dove erano stati posti.
Per saperne di più leggete le considerazioni di E.Marianeschi sul N° 3-1999 di Gnomonica, che ne ha studiato le antiche funzioni e che  ha curato il ripristino ex novo della meridiana di Montecitorio.

Ci sarebbero tante curiosità da dire sui due obelischi-gnomoni, ma mi limiterò qui con il ricordare che quello di Montecitorio, prima di essere restaurato e portato nel 1792 su questa piazza, si trovava  in origine in Campo Marzio ed era chiamato Horologium Augusti. Era stato progettato nel 10 a.C da Mecenate per volere dell'imperatore Augusto che aveva richiesto, diciamo così, la consulenza di Manilio astronomo e matematico (Plinio parla invece di Facondo Novio ) e forse di esperti gnomonisti da Alessandria d'Egitto. Trovate ulteriori informazioni in questa pagina di Roma sotterranea.


Tale horologium solare come ci racconta Plinio nella Storia Naturale (Lib XXXVI, 14) era costituito da una meridiana che oltre al trascorrere del tempo ricordava ai cittadini romani un importante evento: gli esperti costruttori avevano fatto si che la grande sfera dorata posta in cima allo gnomone,(ce n'è una conservata ai musei vaticani) lambisse con la sua ombra, ogni 23 settembre, giorno di nascita di Augusto, l'Ara Pacis: il monumento dedicatogli dal senato romano nel 13 a.C.
Se avrete invece raggiunto Piazza S.Pietro, avrete visto l'obelisco-gnomone al centro della piazza e a destra trovato  sul pavimento i cerchi relativi ai punti dei solstizi con i relativi segni zodiacali.
Lo gnomone che papa Sisto V bollò come segno di " impura superstizione" sta qui dal 10 settembre 1586.Un pubblico concorso vide pervenire quasi 500 proposte per rimettere in piedi il gigantesco blocco di granito rosso, da lungo tempo abbandonato nella polvere del territorio vaticano. Papa Sisto V scelse il metodo proposto da Domenico Fontana, architetto che scriverà nel 1590 un testo unico nel suo genere sull'arte di spostare gli obelischi .

Bene, adesso che sapete cosa è uno gnomone e cosa studia la gnomonica, vi invito a scoprire una  meridiana a camera oscura: vi basterà raggiungere Piazza della Repubblica a Roma ed entrare nella basilica di S.Maria degli Angeli.
Sul pavimento, protetto da transenne, si trova una meridiana lunga ben 45 metri e nota agli esperti con il nome di " gnomone clementino ".
Venne progettata dall'astronomo Bianchini nel 1702 per volere di papa Clemente XI., obbligato a far costruire tale strumento  come conseguenza delle decisioni del I Concilio di Nicea del 325 che fissavano alcune regole precise per le determinazione della Pasqua: venne ribadito che tale festività, non dovesse mai coincidere con quella festeggiata dagli ebrei e che quindi necessitavano strumenti idonei al calcolo della individuazione esatta del giorno dell 'equinozio di primavera. (per decidere le vostre ferie invece vedete il link calcolo di Pasqua) .
Entrati in S.Maria degli Angeli a destra dopo il tavolo delle pubblicazioni utili, guardando in alto perpendicolarmente all'inizio della linea di bronzo, al centro dello stemma araldico papale, si nota un "foro gnomonico" (in realtà i fori sono due) cioè un'apertura di pochi centimetri che consente di proiettare sull'asse della meridiana non più un'ombra ma un raggio solare che nella penombra della basilica è in grado di generare un'ellisse luminosa che si sposta con il movimento apparente del sole, ma soprattutto indica, come ha fatto per secoli, il mezzogiorno locale, l'inizio dei solstizi e degli equinozi ed altre variabili riservate solo ad esperti nella scienza gnomonica. Per maggiori dettagli si veda il documento redatto dal prof. Sigismondi dal titolo " Gnomone Clementino" .
Se della gnomonica non sapete nulla potreste leggere il IX libro dell'Architettura di Vitruvio, dedicato proprio agli orologi solari. Più impegnativa la lettura del capitolo sulla Gnomonica Anacamptica contenuta nel libro di Kircher" Ars Magna , Lucis et Umbrae".; una lettura semplificata la trovate nelle pagine di un esperto in tale materia: N.Severino.
All'interno della basilica si trova anche un altro foro detto "boreale" che serviva per lo studio della stella polare, ma è alquanto nascosto e di difficile verifica pratica per i neofiti, non essendo consentito, se non agli studiosi, l'accesso notturno alla chiesa e l'uso di telescopi come aveva fatto per anni Bianchini, il suo progettista.
Nei giorni dei solstizi si tengono particolari eventi e sono un'occasione per saperne di più, dalla voce di esperti. Sul web potete trovare vari siti con le date utili per solstizi, equinozi ed eclissi per l'anno in corso o per altri di vostro interesse.
Così preparati mentalmente, andrete a godervi un bel mattino soleggiato la scalinata di Trinità dei Monti in Piazza di Spagna. Giunti in bici o metropolitana, se guarderete in alto verso la chiesa noterete l'obelisco sallustiano con finti geroglifici,  made in Italy e  sui due campanili noterete due diversi orologi.

Salendo le scale noterete che l'orologio di destra  è in realtà un quadrante solare, restaurato di recente da Mario Catamo, e indicante sia le ore italiche che le ore astronomiche.
Pochi notano che sulla facciata dell'edificio a sinistra della chiesa vi sono delle finestre, dipinte con effetto trompe l'oeil, che dovrebbero insospettire il viaggiatore curioso e quindi molti nostri lettori.
Bene, se siete entrati nella chiesa ed è domenica, non stupitevi di vedere tra le panche dei fogli con note liturgiche e canti scritti in francese; cercate di ammirare la splendida deposizione di Daniele da Volterra (spostatevi da destra a sinistra e viceversa, per captare una "lievitazione" illusoria della croce) cercate gli affreschi di Perin del Vaga e se non lo sospettavate vi informo che senza usare aerei e senza mostrare il passaporto, siete entrati in territorio francese: la chiesa ed il convento di Trinità dei Monti risulta essere ancor oggi giurisdizione e Parrocchia Romana dell' arcivescovo di Lione.
Per essere precisi il convento fa parte del gruppo di cinque chiese ed edifici di proprietà della fondazione dei Pieux Etablissement de France, mentre la gestione del convento è stata affidata da qualche anno ai religiosi della Fraternité Monastique de Jerusalem, la stessa che potrete trovare recandovi nel monastero di Mont Saint Michel in territorio francese.
Il convento di Trinità dei Monti
Bene, se sarete riusciti (vedi sotto) a varcare la porta nascosta del convento posta alla sinistra della chiesa, vi aspettano molte sorprese che non avreste trovato se San Francesco di Paola nel lontano 1489. partito dal suo eremo in terra di Calabria non avesse raggiunto a Plessis du Parc il Re di Francia, Luigi XII malato da tempo.
In verità il fondatore dell'ordine dei Minimi, avrebbe evitato volentieri tale viaggio , aveva già 67 anni, ma obbedì alle insistenze di papa Sisto IV.e tuttavia da questo viaggio nacque una profonda amicizia con il sovrano francese che era inizialmente interessato a servirsi dei poteri taumaturgici di Francesco di Paola per curare i propri malanni.
Alla morte del Re gli successe Enrico VIII che favorì la costruzione di numerosi conventi dell'ordine dei Minimi in terra francese (nel 1673 i conventi dei Minimi saranno 150 in Francia e 448 in totale) e volle che il loro fondatore rimanesse ancora presso la reggia quale consigliere spirituale.
Nel 1494 S.Francesco di Paola ricevette dal Re, divenuto anch'egli membro del terzo ordine dei Minimi, un finanziamento per costruire a Roma nella zona del Pincio, un tempo nota come Hortus Sallustiani , un convento.
I lavori iniziati nel 1502,( pietre francesi vennero trasportate dalla città di Narbonne) andarono avanti fino al 1550; finalmente nel 1594, l'edificio fu consacrato e i fratelli Minimi poterono alloggiarvi.
Da questo convento passarono vari monaci francesi che oltre a perseguire la regola di austerità indicata dal loro fondatore, si dedicarono con fervente passione allo studio delle scienze, lasciandoci originali opere scritte e mettendo in pratica quanto avevano studiato e descritto proprio sui muri del loro convento. 
L'Anamorfosi Palindroma
Al primo piano del convento potrete ammirare lungo il corridoio una spettacolare Anamorfosi palindroma che fa vedere, ponendosi obliquamente, in un senso l'immagine di S.Francesco di Paola in preghiera, e nell'altro l'eremita mentre attraversa stando in piedi sul suo mantello, lo Stretto di Messina  con sullo sfondo le colline della Calabria sua terra natale.
Di recente sotto vari strati di vernice bianca è stata individuata nel corridoio parallelo, un'altra anamorfosi iniziata da Niceron e portata a termine da Maignan: raffigura S.Giovanni Evangelista mentre redige il libro dell'Apocalisse durante il suo esilio nell'isola di Patmos. Durante il restauro al centro della parete è venuta alla luce una frase in alfabeto greco che collega l'Apocalisse dell'ottica a quella scritta da S.Giovanni a Patmos.
L'opera è stata oggetto di studio dell'  IUAV di Venezia ed i restauri sono stati effettuati grazie a fondi del governo francese a cui siamo grati.


Rammentiamo a chi non avesse mai sentito il termine anamorfosi che esso indica un artificio dell'arte prospettica, e che tale realizzazione fa si che un'immagine non venga interpretata o percepita correttamente se non ci si ponga obliquamente rispetto ad essa, mentre se la si guarda frontalmente e a distanza ravvicinata si ottengono solo macchie informi senza senso. Le tecniche usate dai progettisti, sono descritte in testi scientifici quali: la Perspectiva horaria di E.Maignan (una copia si trova alla biblioteca G.Castelnuovo della facoltà di Matematica della Sapienza)  mentre la Perspective curieuse"  è stata redatta da François.Niceron, entrambi confratelli dell'ordine dei Minimi.
Se conoscete il francese potrete sfogliare on line la Perspective curieuse di F.Niceron .
Benchè il primo ad utilizzare il termine di Anamorfosi sia stato G.Schott  gesuita tedesco e allievo di Kircher, autore di "Magia Uiversalis naturae et artis",  si trovano esempi e modalità di esecuzione di anamorfosi lineari, circolari e cilindriche  nei testi di molti autori, già prima del 500. (significativo è ad esempio, il titolo di Pietro Accolti: Lo inganno de gli occhi . Il quadro degli Ambasciatori di Holbein è tra i più citati tra quelle opere che sono realizzate con elementi non immediatamente percepibili dall'occhio umano: la forma criptata è quella di un teschio anamorfico.                                                                                                                                                                                        
Suor Samuele illustra le linee orarie dell' astrolabio di E.Maignan
Una cosa è certa: i frati minimi non tenevano in conto i suggerimenti di Onorio di Autun che definiva la pittura come la letteratura dei laici o degli illetterati. Tra queste mura al contrario occorreva avere conoscenze superiori, anzi passeggiare tra i corridoi del convento rappresentava quasi un percorso iniziatico per giungere ad un sapere superiore non certo diretto agli illetterati: non a caso le biblioteche dei Minimi di Roma e Parigi erano considerate le maggiori tra quelle scientifiche del XVII secolo con circa 6500 volumi, inclusi libri eretici e proibiti. Inoltre basta citare Marin Mersenne un padre Minimo che frequentava ed aveva rapporti epistolari con Cartesio, Pascal , Leibniz, Huygens, Fermat e Torricelli per capire gli interessi di questi saggi religiosi. Nonostante fosse inizialmente un anti-eretico padre Mersenne tradusse in francese le prime opere di Galileo. Questa stessa passione scientifica porterà un altro frate minimo F.Jacquier ad incontrare Goethe nel 1787 e tradurre i Principi di Newton dall'inglese.
Chi volesse documentarsi ed appassionarsi ancor più sull'argomento potrà leggere in una biblioteca il testo di J. Baltrusaitis intitolato Anamorfosi ( presente in un fondo alla Biblioteca Centrale di Roma), apparso di recente in libreria in una nuova edizione.
Continuando la nostra visita passiamo al vicino corridoio dove si rimane ancor più meravigliati: anche stavolta il merito è di padre Emmanuel Maignan che su queste pareti ha realizzato un astrolabio gnomonico catriottico o se preferite anacamptico.
Tradotto per coloro che nulla sanno di gnomonica, vuol dire che abbiamo intorno a noi un complesso orologio solare a riflessione con una intricata serie di linee di diverso colore e nomi di località e segni zodiacali opportunamente dipinti su una parete e sulla volta di un corridoio ombreggiato che con l'ausilio di uno specchietto (da cui viene il termine catottrico sinonimo di anacamptico) posto sul davanzale della finestra, è in grado secondo precisi angoli di riflessione di generare una macchia luminosa su una linea o numero e di conseguenza dare informazioni orarie e di tipo astronomico.
 L'Ars Magna Lucis et umbrae
Detto in questi termini sembra quasi un gioco da ragazzi ma per fare quello che vedete occorrono studi e conoscenze molto specializzate ed è quindi probabile che i frati Minimi abbiano avuto contatti presso il Collegio Romano con Athanasius Kircher eruditissimo ed eclettico gesuita poliglotta appassionato sia di gnomonica anacamptica che di catottrica (quella parte dell'ottica che si occupa della riflessione per mezzo di specchi ). Egli è autore di un testo dal titolo "Ars Magna, Lucis et umbrae"( a dx il frontespizio dell'opera) contenente le descrizioni di numerose creazioni ed artifici, inclusa la camera oscura, la lanterna magica e le scatole catottriche che suscitavano stupore e meraviglia tra i visitatori del suo laboratorio al Collegio Romano e che sono sicuramente alla base delle applicazioni dei padri Minimi.
Leggendo qualcosa di scienza gnomonica riuscirete durante la visita a calcolare l'ora solare vera cioè quella del meridiano locale, ma avendo conoscenze gnomoniche maggiori si riusciranno a desumere tutte quelle informazioni che padre Maignan avverte:" potranno essere individuate solo da un bravo " geometra ".
Anche i neofiti della materia converranno della eccezionalità dell'opera che non è l'unica di Maignan, infatti a Palazzo Spada si trova (all'interno dei locali del Consiglio di Stato) un altro astrolabio a riflessione dipinto ma che ormai non è più funzionante a causa di modifiche architettoniche effettuate durante i restauri.
Una meridiana simile è stata ripristinata nel 2002 a Brescia nel Convento di S.Cristo . 
Un'altra ancora si trova nel convento dell'Annunciata a Piancogno (Bs).Note di N. Severino.
 Prospettiva Horaria di E.Maignan
A Grenoble presso il liceo Stendhal è possibile ammirare un'altra creazione sbalorditiva realizzata da padre Bonfa, guarda caso anche lui allievo di Kircher . Nel sito in francese del liceo trovate descrizione e funzioni dettagliate.
Tornando a Trinità dei Monti, i visitatori curiosi noteranno che padre Maignan ha inserito tra le località di cui si poteva conoscere l'ora o altri dati astronomici, anche Ninive, Babilonia e le isole Strofadi (quelle delle orripilanti arpie descritte nell'Eneide).
Ci siamo incuriositi scoprendo che le Strofadi o Strivali (in greco) esistono ancora, essendo un gruppo di isolette (inclusa quella di Arpia) disabitate a 40 km da Zacinto; su you tube si trova un video intervista al solo monaco ortodosso che vive ancora sull'isola. Nel 1200 ca. in seguito al salvataggio, dopo un naufragio, Irena la figlia dell'imperatore di Nicea ottenne di costruirvi un monastero-fortezza ancora oggi visibile che con tutta probabilità ha avuto contatti nei secoli passati con i padri Minimi.



Continuando la visita scoprirete un sorprendente refettorio affrescato, usato in particolare il 28 dicembre del 1507 per riunire il Capitolo Generale dell'Ordine dei Minimi, subito dopo la morte di S.Francesco di Paola.
Esso contiene una delle opere meno descritte di Andrea Pozzo, considerato maestro incontrastato dell'architettura illusionistica, cioè di quella specialità artistica che gli esperti d'arte chiamano quadraturismo.
 
 Nozze di Cana di A.Pozzo
La particolarissima tecnica di fratel Pozzo che qui ha descritto le nozze di Cana consiste nell'utilizzo dei consueti artifici geometrici della prospettiva accelerata che obbligano l'osservatore ad abbracciare l'intera scena visivamente, obbligando l'occhio ad accettare una sola prospettiva ed un'unico punto di fuga che è quello deciso dalle corde tirate da Pozzo. Queste venivano illuminate durante la realizzazione dell'opera da un lumicino, necessario per tracciare l'ombra sulle pareti e creare così spazi ed altezze inesistenti, volte ardite e profondità accentuate, secondo i canoni da lui stesso teorizzati nell'opera "Perspectiva pictorum".



Le sorprese non sono finite: la visita continua infatti al primo piano nell'ala posteriore del convento dove troverete la " camera picta".
Si tratta di una stanza interamente affrescata nel 1766 dal pittore J.Charles Clerisseau e utilizzata  inizialmente come cella dal padre Minimo Le Seur. Se non fosse per la penombra, entrando nella stanza si coglierebbe ancor di più la sensazione di trovarsi proprio in mezzo ad antiche rovine romane, dove l'unico elemento vivace sembra essere un variopinto pappagallo che a dire della guida doveva indicare agli studiosi, che qui venivano alloggiati, che quello era luogo di studio non adatto pertanto a vani chiacchiericci.
In origine,  come si può osservare in alcuni dipinti originali di Clerisseau, conservati al Museo dell 'Ermitage (San Pietroburgo), la stanza del pappagallo detta anche "stanza delle rovine", conteneva altri elementi legati al tema delle antichità che tanto appassionavano il suo autore; al'interno della stanza c'erano infatti un tavolo realizzato da un frammento di cornicione, uno scrittoio a forma di sarcofago, dei capitelli che fungevano da sedili e persino un vaso spezzato che fungeva da cuccia per il cane.

Un ultimo suggerimento: non perdetevi lo splendido panorama che si gode dalla terrazza superiore del convento; siamo certi che concorderete allora con la scritta presente all'ingresso della biblioteca:
Non est in tota laetior urbe locus (Non v'è in tutta Roma un luogo più piacevole) .



Se intendete entrare nel convento occorre volerlo e quindi ho preparato l' immagine a lato che potrebbe aiutarvi a prenotare una visita, ma dovrete sforzarvi ad usare qualche " riflessione catottrica cilindrica", dopo averla stampata.
                                                    

Questi i link per chi volesse approfondire i tanti argomenti toccati con l'aiuto degli specialisti:
Il sito di Nicola Severino il maggior " sapiente italiano" di Gnomonica
Trovate utili informazioni di base sui quadranti solari in questo link 
Il sito sundials di Riccardo Anselmi, gnomonista e appassionato costruttore di meridiane solari
Un utile link per andare a caccia di meridiane murali a Roma
Un utile glossario per cercare i termini più difficili nel sito di Via lattea
Informazioni sulla meridiana più grande al mondo progettata da Cassini presso San Petronio a Bologna
Sito del Duomo di S.Maria del Fiore a Firenze che contiene lo gnomone più alto al mondo
Bibliografie e autori di Anamorfosi nelle pagine dell' architetto Toma
Volete pernottare nel convento di Trinità dei Monti? Scrivete in francese facendovi passare per pellegrini  al seguente indirizzo mail :maison.accueil.tdm@libero.it

Attendo commenti o aggiornamenti utili ( usate il guestbook).
autore:Rolando Profita

6 commenti:

  1. Tanti complimenti per questo lungo e interessante articolo. Grazie anche per il numero di telefono :-)

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  2. Davvero interessante e completo.
    Un aiuto per scoprire il lato nascosto da ciò che si vede!
    Grazie
    Lila

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  3. Anonimo30.1.11

    Benchè sia di Roma,non conoscevo nulla di quanto hai scritto.Grazie
    Gianni

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  4. Ci sono stato proprio la settimana scorsa! Anche io sono un fan di Andrea Pozzo :). Mi farebbe piacere se dessi anche tu un occhiata al mio blog! Un salutone e a presto

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  5. Una interessante novità:presso la libreria ubicata all'interno della stazione Termini a Roma abbiamo visto recentemente una riedizione del testo prima introvabile de l' Anamorfosi di Baltrusaitis.

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  6. Dalla pubblicazione di questo post sono trascorsi molti anni. Ormai diverse associazioni offrono visite guidate : scegliete quelle che dimostrano di farvi apprezzare al meglio i tesori del Convento dei Padri Minimi.

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