26/10/06

Luoghi segreti della Sabina



L'itinerario di oggi, cerca di farvi scoprire una parte della Sabina:un'area della nostra regione, quasi ignota dal punto di vista turistico, a causa della esiguità di siti di grande richiamo, pur avendo aree archeologiche, come quella della antica città di Cures , molto note agli addetti ai lavori e che invece riporta noi neofiti al mitico episodio del Ratto delle Sabine, avvenuto in queste terre, che diedero i natali anche al 2° re di Roma: Numa Pompilio.
Tutta questa area, bechè disti solo 40 km da Roma, appare al fortunato viaggiatore quasi un idilliaco miraggio, lontanissima dalla capitale e sicuramente da riscoprire, soprattutto dal punto di vista paesaggistico, storico e gastronomico.
Quello che colpisce inoltrandosi in questa area è la rilevante estensione di uliveti , la cui coltura ha caratterizzato da sempre il territorio della Sabina.
A riprova dell'antica tradizione basta rileggere gli scritti di Galeno, medico dell'imperatore Marco Aurelio, dove l'olio sabino veniva definito dal padre della farmacopea, come il migliore del mondo, già nel 161 a.C .
Ma l'itinerario riserva come sempre delle sorprese, e come d'abitudine ci sarà qualcosa adatto ai più piccoli, ai più curiosi e a chi cerca luoghi insoliti e nascosti.
Partendo da Roma vi dirigerete verso Roma Nord, usando la Salaria o in alternativa, l' autostrada A1 , che lascierete al casello di Fiano Romano . http://www.maps.google.it
Da Fiano, riprenderete la Salaria , in direzione Rieti, uscendo al Km 41,800 per raggiungere la nostra prima meta, ubicata nella località di Canneto (Rieti).
In questa località seguendo la segnaletica, potrete vedere uno splendido ulivo che la leggenda definisce bimillenario, facendolo risalire ai tempi dell'imperatore Numa Pompilio, che d'altronde era nativo di queste zone . Per datare l'età della pianta, è stata effettuata la prova del carbonio 14 , tuttavia vi sono anche documenti antichi a testimonianza della vetustà dell'ulivo di Canneto.
Per raggiungere l'"ulivone" occorre svoltare a destra dopo la chiesa del paese, parcheggiando poi all'altezza del cartello che recita :"Ulivo più grande d'Europa" .
Occorre poi entrare nella corte davanti ad una casa privata, protetta da 2 cagnolini inoffensivi e che è stata di proprietà ormai da varie generazioni, della famiglia Bertini .
Subito a destra vi troverete al cospetto dell'ulivo matusalemme, ma ancora in splendida forma, in grado di produrre fino a 100 litri di olio all'anno .
Se vi fosse venuta voglia, però, di conoscere qualcosa del processo di produzione dell'olio o di acquistare qualche litro di ottimo prodotto sabino D.O.P. , vi suggerisco di visitare alcune aziende agricole, ubicate sempre a Canneto, anche se potrete trovarne altre, tutte meritevoli di una visita e tutte organizzate per visite ed assaggi .
A Canneto, frazione di Fara Sabina, potrete visitare l'azienda di Roberto e Pierluigi Ceccarelli, ubicata in Via Piave, 5 , preferibilmente anticipando la vs visita ai numeri: Tel. 0765 3403 ; io ho trovato molto istruttivo assistere al procedimento di estrazione, dalla consegna delle olive fino alla fuoriuscita del verdissimo e profumato olio sabino.
Di ulivi ce ne sono in abbondanza, avendo l'azienda un’estensione di 65 ettari, 45 dei quali coltivati ad olivo con 9000 piante, di cui 4000 reimpiantate dopo il 1985.
L’azienda dispone di un frantoio a ciclo continuo, anche per conto terzi, con annesso deposito di olio ed impianto di imbottigliamento con una produzione oraria di 700 bottiglie.
Un'altra azienda agricola, un tempo di proprietà dei monaci benedettini dell’Abbazia di Farfa, fu acquistata dalla famiglia Tanteri nella metà dell’800.
Situata anch'essa nel territorio di Canneto Sabino, conta attualmente 3000 piante di olivo della varietà Carboncella, Raja e Frantoio.
Ecco l'indirizzo completo: Via Roma, 21 - Loc. Canneto ,02030 Fara in Sabina (RI).
L'azienda è contattabile ai numeri Tel. 0765 34052 ;Fax 0765 34052 ; se volete potete anche inviare una mail: elena.onori@virgilio.it
Un altro frantoio molto noto è quello dei fratelli Antonini, ubicato in via Montegrottone 1, raggiungibile sempre da Canneto, percorrendo circa 3 km, in direzione di Fara Sabina .
Per ottenere maggiori informazioni o prenotare visite e assaggi , e cercare alloggi e ristoranti, suggerisco di navigare nel sito ben fatto, che promuove le attività dell'area: www.stradaoliosabina.it
Dopo la parentesi olearia, potrete raggiungere in dieci minuti di auto, il borgo di Farfa, dove potrete visitare uno dei luoghi più importanti del Medioevo europeo .
In caso di fame. suggerisco il rustico, ma appetitoso ristorante Il Giardino, ad Acquaviva di Nerola, giusto a 5 minuti da Canneto.
Quella di Farfa è una delle più antiche abbazie benedettine, fu fondata infatti nel 680 da Tommaso da Maurienne, su di un preesistente eremo risalente al 420.
Il luogo oltre che centro di cultura benedettina, rappresentò per molti anni un notevole centro di potere, soprattutto dopo l'ampia autonomia che Carlo Magno concesse ai monaci già dal 775.
Nonostante i numerosi attacchi da parte dei Saraceni, essa riuscì a controllare con efficacia tutto il territorio, tanto da rappresentare non solo un centro di spiritualità e cultura, ma anche un vero stato feudale, potendo controllare oltre 600 chiese,132 castelli e porti, mulini, frantoi ed esercitando al tempo stesso, una notevole influenza, sia verso Roma che sulle cittadine circostanti.
Uscendo dall'Abbazia, alzate gli occhi e non perdetevi il Giudizio Universale del pittore fiammingo Heinrich van der Braek(1561) e poi godetevi anche il borgo, dove si respira ancora un'atmosfera medievale;dal cortile antistante l'erboristeria partono le visite guidate(4 euro) che vi consentono di visitare il chiostro, il museo con alcune scene di vita medievale e la biblioteca dove potrete vedere alcune copie di libri miniati che facevano parte del ricchissimo patrimonio ormai depauperato dell'Abbazia. Si trova qui ad esempio uno dei primi libri stampati in Italia, il"De Civitate Dei" stampato a Subiaco nel 1467 da Arnold Pannartz, allievo di Gutemberg .
Se l'atmosfera claustrale vi ha stimolato l'appetito, approfittate delle panche vicine al parcheggio per consumare il vostro pranzo al sacco o in mancanza, rimanendo sempre nel borgo, potrete rifornirvi di carboidrati presso la Trattoria Lupi .
Dopo esservi rifocillati, proseguite per Montopoli, dove appena superato il cartello del paese, dovrete rallentare per entrare in una viuzza di campagna, sulla destra, dove un minuscolo cartello in legno, indica che siete giunti al Museo degli automata. Si tratta di un delizioso museo dove rimarrete stupiti dalla creatività e fantasia utilizzate , man mano che darete vita voi stessi, alle decine di sculture meccaniche in legno e metallo, contenuti nel museo e dove verrete amabilmente accolti da Marina, che con il suo compagno ha ideato questo immaginifico spettacolo, sempre in crescita per numero di pezzi ed artisti . Un mondo comunque che riporta indietro nel tempo, allorquando bastava una piroetta di un burattino a far sorridere un bambino.
Per gli orari del museo, controllate nel sito di" alivola", ricordando che nel fine settimana è preferibile telefonare, anticipando la vostra visita.
Gli ideatori del museo, gestiscono una azienda, "alivola" che commercializza aquiloni acrobatici e molti altri prodotti, soprattutto dedicati a chi ama la vita all'aria aperta.
A Montopoli potrete fare un giro nel centro storico, entrando dalla porta monumentale, oppure potrete dirigere verso Fara Sabina, dove vi aspetta un luogo veramente inconsueto .
Si tratta del Museo del Silenzio, ubicato all'interno dell'antico convento delle Clarisse eremite, fondato nel 1673 . Di recente le visite sono organizzate dagli stessi responsabili del museo civico di Fara Sabina.
.Per informazioni e prenotazioni potete telefonare al n.tel.0765-277321
Se tuttavia volete evitare il week end, potrete telefonare al museo, almeno con un giorno di anticipo, per organizzare la visita e poter così apprendere qualcosa sulla vita monastica eremitale. Sono stati scelti alcuni temi significativi nella vita quotidiana delle monache: la preghiera, il silenzio, la cucina, la farmacia, la disciplina e altro, in un itinerario progettato dalla dott.a Maria Luisa Agneni, curatrice del museo di Fara Sabina, in stretta collaborazione con la Badessa Maria Beatrice, che per anni si è dedicata al convento e ne ha seguito il restauro, insieme all'inconsueto progetto del Museo del silenzio .
Se vi avanza del tempo potrete proseguire l'itinerario fino a Castelnuovo di Farfa, dove una volta tanto gli abitanti sono stati coinvolti nel progetto di restauro delle facciate, dando loro la possibilità di scegliere all'interno di una gamma di colori, selezionata da un affresco di Giotto.
Si è così ricreata quella atmosfera medievale, che in altri luoghi è stata assurdamente distrutta da un'edilizia frettolosa e raffazzonata, che sta alterando molti borghi del Lazio e non solo.
A Castelnuovo, meritano una visita l'originale Museo dell'Olio, in un connubbio alquanto innovativo, tra arte e recupero delle tradizioni del passato, unite ad una buona dose di immaginazione, che ha prodotto anche un nuovo strumento musicale ad olio detto Oleophona .
La visita dura circa un'ora e trenta minuti ed è guidata e purtroppo a pagamento.
Non perdetevi a questo punto" il giardino degli ulivi del mondo "che si trova a poca distanza dal paese, presso la chiesa di S.Donato (IX sec.), immersa in un ambiente naturale agreste.
All'interno della chiesa, visibile oggi solo dall'esterno, quando verrà ripristinato il meccanismo sonoro, al momento in panne, potrete ascoltare un sottofondo musicale sempre sul tema dell'olio, ripreso da un inno alla consacrazione del prezioso liquido, risalente al V sec. A questo punto potrete tornare verso casa, sicuramente ritemprati dalle verdi colline della Sabina e consapevoli che talvolta, piccoli angoli di paradiso sono facilmente raggiungibili, abbandonando non solo le nostre cattive abitudini, ma abbandonando anche le solite strade ed i soliti itinerari, con un po' di fantasia....e con l'aiuto del mio blog!

18/10/06

Nel Lazio in cerca di cascate


Partiamo con qualche definizione: la cascata si forma quando un corso d'acqua è obbligato a superare un' improvvisa pendenza dovuta ad una brusca interruzione dell'alveo.
La cataratta si ha invece quando accanto ad una significativa pendenza dell'alveo, si creano anche una serie di salti alternati del corso d'acqua.
Infine si ha una rapida, quando il ripetersi delle variazioni di pendenza, crea una forte accelerazione dello scorrimento delle acque.

Torniamo alle nostre esplorazioni, che come avrete capito avranno come comune denominatore l'acqua.
Per chi ama i numeri, diremo subito che la cascata più spettacolare del Lazio, con un salto di oltre 100 metri si trova a Tivoli, dove tuttavia, molti si limitano alla visita della splendida Villa D'Este ma tralasciano di ammirare lo spettacolare salto offerto dalle acque del fiume Aniene .Va ricordato che tale meraviglia non è naturale, visto che è stata creata a Tivoli già dal 1835 per volontà di papa Gregorio XVI, quando dopo l’ennesimo straripamento dell’Aniene, venne deciso di irregimentare il fiume. con la realizzazione di due gallerie parallele lunghe 280 metri .
Il progetto dovuto all'ing. Clemente Folchi, prevedeva il traforo del Monte Catillo e la deviazione del corso del fiume allo scopo di  preservare così il centro abitato.
Il progetto prevedeva anche la costruzione di un giardino naturale dominato dai templi dell’antica Tibur. Non stupisce quindi che il paesaggio ottenuto con l'artificio, ma adattando sapientemente le risorse naturali esistenti ovvero folti boschi, pareti scoscese, grotte e acque copiose, fece accorrere per tutto l’Ottocento a Villa Gregoriana, nobili, sovrani, viaggiatori, poeti e pittori, incantati dalla particolarità e dal fascino del luogo.

Dal 2002 la villa è affidata al FAI (Fondo per l'Ambiente Italiano) che ne gestisce le visite e le attività di manutenzione. In questo link trovate info aggiornate su orari e costi.

Di notevole suggestione è la Grande Cascata, con l'irruenza della massa d'acqua, che precipita con un salto che supera i 100 metri; se siete curiosi però, potrete osservare la cascata nella sua interezza ma da maggiore distanza, insieme ai 2 laghetti azzurri sottostanti, spostandovi in auto dalla parte opposta di Tivoli, all'altezza del Santuario di Maria SS. di Quintiliolo, nella via omonima . Altre cascate sono comunque visibili all'interno della villa(occorre almeno un'ora e 30 per percorrere il sentiero predisposto, effettuando tuttavia delle pause per apprezzare la bellezza del paesaggio , che conserva tutto il suo fascino "ottocentesco".

Il secondo itinerario è per i meno pigri , visto che toccherà raggiungere la località di Comunacque, che si trova a metà strada tra Jenne e Trevi, raggiungibile passando per Subiaco, e quindi se venite da Roma, percorrendo la Roma-l’Aquila e uscendo poi al casello di Vicovaro-Mandela.

Ovviamente nel percorso potrete approfittarne per fare una sosta presso l'abbazia di S.Scolastica e al Sacro Speco, luoghi adatti al silenzio e alla spiritualità, essendo stati culla dell'ordine Benedettino e del monachesimo occidentale.
Giunti sul ponte di Comunacque, dove nella bella stagione funziona anche un ristorante, potrete decidere se imboccare prima la stradina a sinistra, poco prima del ponte, giungendo da Jenne, per raggiungere in pochi minuti la splendida cascata; potrete anche visitare con l'ausilio di qualche circolo speleologico locale, anche le Grotte dell'Inferniglio o ancora scendere per un viottolo verso il fiume, immergendovi in uno spettacolare insieme di acqua e di vegetazione che vi ricorderà Pier delle Vigne o certe incisioni del Doré.
In ogni caso effettuerete molti scatti con la vostra macchina fotografica quindi non dimenticate pile e memorie e una protezione adeguata (l'umidità è particolarmente elevata e pericolosa quindi per le fotocamere compatte ).

Un altro luogo avente come comune denominatore l'acqua, si trova nel parco della Valle del Treja, nei pressi del comune di Mazzano Romano, facilmente raggiungibile da Roma con la SS 2 Cassia e proseguendo poi in direzione di Mazzano ; utilizzando la Flaminia arriverete invece fino a Rignano Romano dove si devierà poi per Faleria e quindi Calcata.

Qualche Km prima di Mazzano troverete la segnaletica per le Cascate di Monte Gelato, un bell'insieme di cascate, certo non alte come a Tivoli, ma molto estese in larghezza e immerse in un ambiente particolarmente suggestivo, che unito alla estrema facilità di osservazione, ne fa una meta privilegiata per famiglie con bambini, anziani e diversamente abili
Naturalmente questo vuol dire che, per godersi il luogo occorre evitare di andarci nel fine settimana, quando molti romani sciamano, finché è bel tempo, nell'area del parco .
Un altro luogo, dove ammirare una cascata è nella cittadina di Nepi, sempre nella valle del Treja, meta che potrà così essere aggiunta al precedente itinerario. Entrando nel centro storico, potrete ammirare non solo la cascata, ma anche la torre, dove visse parte della sua sfortunata e breve esistenza, la celebre Lucrezia Borgia .
Solo per completezza, ricordo che in località Capofiume, nel comune di Collepardo(Fr), passando per il Ponte dei Santi, potrete ammirare altre cascate.(meglio visitarle in estate, in quanto l'itinerario non è molto agevole ed occorre attenzione per guadare il torrente, alquanto impetuoso in inverno.

15/10/06

La II soluzione del Fotoquiz : il Museo Andersen a Roma


Per coloro che attendevano la risposta relativa alla foto inserita a destra del mio primo fotoquiz , ecco la risposta:
ci troviamo a Roma , a villa Helene, nel museo Andersen, che si trova nei pressi di piazza del Popolo.
Il luogo particolarmente affascinante, ma poco conosciuto, fu l'abitazione-studio dello scultore norvegese-americano Hendrik Christian Andersen (1872-1940) .

In questo blog,per ragioni di sintesi, mi limiterò solo a rammentare che Andersen perseguiva un suo ideale progetto utopico di Città Universale ,di cui egli si faceva di volta in volta immaginifico creatore di statue di forte ispirazione classica ,e di giardini, musei, torri, stadi e via dicendo , interpretando non solo il ruolo di scultore, ma anche quello di urbanista e architetto e producendo una cospicua mole di disegni e progetti poi pubblicati a Parigi nel 1913, con il nome di" Creation of a World Centre Communication ".
La ragione per cui suggerisco di visitare Vila Helene, è ovviamente quella di ammirare le numerose statue realizzate da Andersen, ma soprattutto per cogliere de visu, quella sua particolarissima interpretazione della realtà, che nelle due sale, forse troppo strette, viene fuori, trovandosi come dice la Fabiani (autrice di una completa biografia di A.) al cospetto di "un popolo di giganti, di eroi, di atleti, di figure volanti ,di cavalli impennati....di putti e infanti flessuosi, paffutelli e giocondi ....uomini muscolosi ed elastici, da figure muliebri procaci, più prossime ad Era che ad Afrodite ".
Se amate l'arte, ma anche se cercate un po' di relax , o se avete un incontro sentimentale, evitate pub e caffè affollati di turisti e andate a prendere un tè in questo museo (l'ingresso è gratuito) . Al primo piano c'è un bar, con alle pareti varie immagini di Andersen e della sua vita . Prendete nota che nella buona stagione, viene aperta al primo piano, anche un'ampia terrazza, che gode di un piccolo scorcio sul Tevere : un piccolo paradiso ! .

Villa Helene
Via Pasquale Stanislao Mancini (vicino Pza del Popolo) a Roma.
Lunedì chiuso
Ma-Do , 9-19,30

tel. 06 3234000; 06 3243304

Per saperne di più :
Hendrick Anderson ,la vita,l'arte,il sogno ,F.Fabiani ,Cangemi editore

12/10/06

La I risposta al fotoquiz : La Gipsoteca dell'Università La Sapienza di Roma


Per esaudire la curiosità di quelli che vorrebbero sapere dove si trova il gigantesco Ercole la cui foto era a sinistra nel mio primo blogquiz , cominciamo a spiegare cos’é una gipsoteca .
Il termine è l’unione di 2 termini greci : gypsos (gesso) e theke (custodia,ripostiglio), da cui ne deriva che la gipsoteca è un luogo dove si conservano…..statue e bassorilievi in gesso . Detto questo, torniamo al Lazio, anzi a Roma e andiamo all’anno 1892, quando nasceva ufficialmente il "Museo dei Gessi", in realtà caldeggiato già dal 1899 dallo studioso Emanuel Löwy, titolare della prima cattedra ufficiale in Italia di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana, presso la regia Università di Roma.
Ma torniamo all’oggi , e andiamo all’interno dell’Università La Sapienza di Roma , dove alle spalle della facoltà di Lettere , troverete una grande vetrata con una scritta in alto , non molto evidente in verità, che informa , che siete all’ingresso del Museo di Arte Classica .
Appena varcata questa porta , come per magia, siete già in visita alla Gipsoteca, più grande d’Europa, avendo a disposizione quasi 3280 mq affollati di opere in...gesso .
Adesso non voglio convincervi che visitare una gipsoteca sia una cosa indispensabile, ma ritengo che vedere anche una parte dei quasi 1300 pezzi, contenuti in questa esposizione farebbe bene non solo alla mente, ma anche allo spirito di grandi e piccoli, anche se non esperti d'arte. Incontrerete opere di Mirone (addirittura 3 discoboli ), di Fidia, Prassitele, Scopa, Lisippo e così via con piacere e stupore per tutte le 56 sale, in cui le opere sono suddivise.
Una precisazione : all’interno della gipsoteca ,gli studenti studiano, usando i tavoli sparsi nelle varie sale ; questo vuol dire che il luogo va visitato con discrezione , e purtroppo quando non ci sono studenti, cioè il sabato e la domenica , il sito rimane chiuso.
In questo momento in cui si parla tanto di turismo culturale responsabile , perché non demandare agli studenti, con un giusto riconoscimento , la possibilità di accompagnare nei week end, italiani e stranieri interessati ad ammirare queste opere, anche se si tratta pur sempre di copie ; ma allora perché migliaia di turisti si accaniscono a fotografare la copia del David di Michelangelo a Firenze ??!!

10/10/06

Suggerimenti dal passato

CIO' CHE LA NATURA IMPEDISCE , SI PUO' REALIZZARE CON L'ARTIFICIO

TACITO

La foto: la colonna inversa, opera dell'artista Silvana De Stefano è visibile presso la sede della Sace a Roma, in
Piazza Poli 37 .

Meraviglie volanti a Vigna di Valle sulle rive del lago di Bracciano( Rm)


Una gita veramente insolita ed appassionante ( a costo quasi zero), è quella che suggerisco a tutti coloro che non hanno mai visitato il Museo storico dell'Aeronautica, inaugurato nel 1977. Esso si estende su una superficie di oltre 12.000 mq , in località Vigna di Valle,  affacciata sul lago di Bracciano, a nord di Roma.

Il museo può essere facilmente raggiunto da Roma, percorrendo la Cassia per poi deviare sulla Braccianese all’altezza della Storta ; un’altra possibilità è quella di deviare sulla Braccianese –Claudia e poi uscire a Osteria nuova ; se venite da sud , suggeriamo di utilizzare la via Aurelia deviando all’altezza di Cerveteri e quindi giunti sulla Braccianese-Claudia, occorre tornare indietro fino a Vigna di Valle (in caso di dubbi usate google map).
Il museo in questione era in passato un idroscalo , e fu proprio da qui che si sollevò nel lontano 1908 , l'ormai mitico N I , primo dirigibile militare italiano e dove si sperimentarono in Italia i primi idrovolanti .
I motivi per visitare questo particolare museo sono tanti , ma vi dovrebbe già incuriosire il fatto che questo di Vigna di Valle è tra i musei aeronautici più grandi d’Europa .
La visita si svolge nei 4 grandi hangar-padiglioni, dove si possono ammirare i pezzi gloriosi della nostra Aeronautica (oltre 70 velivoli) , ripercorrendo al tempo stesso la storia del volo , dal 1905 ai giorni nostri , insieme ai suoi più arditi protagonisti , noti come Baracca e meno noti come Ruffo di Calabria Fulco da Napoli , la cui biografia corredata da foto, potrà essere letta nel sito: http://www.aspeterpan.com/book1/RuffodiCalabria.htm
Si torna indietro nella storia , mentre si ammirano gli storici cimeli , come quello del pallone aerostatico , che partito da Parigi il 16 dicembre del 1804 (giorno del matrimonio di Napoleone ) giunse dopo 22 ore di volo sul lago di Bracciano . Il Vaticano ha donato questo reperto al museo ,solo di recente .
Una particolare attenzione è stata data alla figura del gen.Umberto Nobile e alle intrepide spedizioni polari , di cui il museo conserva in un apposito centro di documentazione, una mole di materiale ricchissima , che spazia dai cimeli personali di Nobile , alle pubblicazioni d’epoca , per finire con una interessante raccolta fotografica . Molto belli i poster d’epoca sulle trasvolate tra Chicago , New York e Roma ; molte le curiosità nascoste nelle bacheche , come gli inviti ai balli in onore dei trasvolatori giunti in terra americana , ai quali venivano offerte ben 100 "beautiful society dance hostess" !! .

I più giovani , saranno sicuramente più interessati nel vedere il famoso Barone Rosso ed altri leggerissimi idrovolanti , ma una volta tanto e diversamente da altri musei, potranno fotografare tutti i velivoli presenti all’interno dei padiglioni ; è invece vietato fare foto o riprese , all’esterno del museo , quindi se vi interessa il lago di Bracciano, meglio spostarsi verso il paese, per visitare il castello Odescalchi http://www.odescalchi.it considerato come una delle più belle dimore feudali d'Italia .

Se invece preferite rimanere all'aperto e vi interessano di più i soggetti volanti come gufi reali , falchi , avvoltoi ed aquile , potrete assistere nelle vicinanze del lago, alle evoluzioni di questi rapaci , ammirandoli da molto , molto vicino , presso il Centro Rapaci , sito a Trevignano , sul lato nord del lago , dove sia la mattina che il pomeriggio si tengono i corsi di “ volo con snack “ , a cui potrete assistere allo stesso costo di una serata al cinema .Se poi vorreste diventare falconieri, sappiate che esiste anche un corso multimediale per cimentarsi http://www.falconeria.org Comunque buon divertimento e non dimenticate la macchina fotografica .

09/10/06

Fotoquiz :sapete dove vedere queste sculture ?


Se pensate che a Roma non esistano luoghi da scoprire siete in errore.
Mettete alla prova voi stessi e andate a caccia di queste sculture da noi fotografate in due siti diversi ma facilmente accessibili.

Buona ricerca!



Il lago del Turano : un paesaggio da fiaba a pochi km da Roma


Il lago del Turano, detto anche di Posticciola , si trova in provincia di Rieti ed è facilmente raggiungibile da Roma utilizzando l'autostrada A 24 , uscendo al casello di Carsoli.
Un percorso alternativo potrebbe essere quello che partendo dalla via Salaria prevede un itinerario che consente di scoprire il borgo medievale di Roccasinibalda , per ammirarne lo splendido castello con il maschio svettante a triangolo isoscele. Si proseguirà poi per Posticciola (suggeriamo una pausa pranzo al ristorante “Il Tartufo”) per poi ridiscendere infine verso il lago, godendo dei magnifici scorci fiabeschi che vi regalerà il lago del Turano.

Superata la diga e attraversato il ponte , si potranno visitare i silenziosi borghi di Colle di Tora e quello di Castel di Tora, dove gli abitanti si chiamano però castelvecchiesi , dall'antico nome del borgo (anche questo facente parte dei “borghi più belli d’Italia") .

Per effettuare foto come quella in alto, dovrete raggiungere invece la piazzetta di Ascrea , dove raccomandiamo di scambiare due chiacchiere con qualche anziano residente , per farsi raccontare di quando, prima del 1940, il lago del Turano non c’era ancora ma c'erano villaggi, chiese , campi e qualche abitante in più- .
Se si è interessati invece alla Riserva dei monti Navegna , sarebbe preferibile raggiungere Varco Sabino o Vallecupola (assaggiate i formaggi locali qui prodotti), porte d’accesso ideali agli splendidi scenari incontaminati di questa zona . Rammento che il 21 e 22 Settembre in occasione della festa d'autunno si svolge di solito un' escursione guidata nel parco con pernottamenti in agriturismi o in aree predisposte dove si potrà utilizzare la propria tenda . La partenza è prevista da Castel di Tora la mattina del 21. Suggeriamo di contattare la Proloco o gli enti gestori del Parco per ricevere notizie aggiornate.
L' intera area è dotata di varie strutture ricettive per tutti i gusti, tra agriturismi , ostelli e locande dove passare un fine settimana immersi nella natura : siamo certi che la vista di aquile e scoiattoli, vi farà dimenticare le file del grande raccordo anulare di Roma .
Riporto alcuni indizzi utili per organizzare questa gita o per avere informazioni suppletive :

www.borghitalia.it
www.apt.rieti.it

www.parks.it
turismo@apt.rieti.it
www.parchilazio.it
Riserva dei Monti Navegna ,Via Roma 33 ,Varco Sabino , tel. 0765 - 79002

02/10/06

Collalto Sabino , un borgo del Lazio tra i più belli d'Italia

Molti conoscono il club dei borghi più belli d'Italia, pochi però sanno che nella regione Lazio di questi siti, in cui si torna indietro nel tempo, ce ne sono ben 18 ma sempre in crescita, come potrete constatare nelle pagine di http://borghipiubelliditalia.it/lazio/

Collalto Sabino, è un comune in provincia di Rieti, ed è una delle nostre mete preferite , sia per l'aria medievale che si respira, ma anche perché consente di apprezzare una delle riserve naturali forse meno note, ma tra le più ricche di ambienti incontaminati di tutto il Lazio: quella dei monti Navegna e Cervia.
Collalto Sabino è facilmente raggiungibile percorrendo l'autostrada Roma-L'Aquila , uscendo al casello di Carsoli; si prosegue quindi in direzione del lago del Turano deviando dopo pochi km per Poggio Cinolfo . Non si può non rimanere affascinati dalla magica atmosfera di Collalto e dai profumi che spesso aleggiano nel borgo: l'ultima volta che ci siamo andati l'aria sembrava intrisa  di miele e caramello, e tale aroma veniva dalla cottura delle mele selvatiche , che venivano poi impiegate per alimentare gli animali delle fattorie. Godetevi lo spettacolo giungendo fino allo splendido castello e ammirate gli scenari naturali che lo circondano.
 Non perdetevi il panorama dalla terrazza belvedere da cui vi renderete facilmente conto di quanto strategica fosse la sua posizione , tanto che dall'alto del castello oltre che il Gran Sasso , il Terminillo e la Maiella , riuscirete a vedere persino di notte le luci dei 34 paesini che circondano la fortezza .
Il castello ha una lunga storia , di cui potete leggere l'appassionante e dovizioso racconto fatto da Fabrizio Sebastiani sul sito : www.collaltosabino.net ,
Nello stesso sito troverete i recapiti per prenotare la visita al castello o conoscere manifestazioni ed eventi in corso.
Oltre a visitare il castello ,(solitamente aperto il sabato e la domenica) potete anche fare delle entusiasmanti escursioni per vedere il Convento di S.Maria e ammirarne il portale del XV secolo o raggiungere le rovine dell'antico castello di Montagliano ; ai più arditi suggeriamo di inerpicarsi sul monte S.Giovanni per vedere l'antica abbazia edificata sui resti di un preesistente tempio romano.
Chi ama la natura , scenderà a valle godendosi lo scorrere di un ruscello e se vi interessa vedere un bel mulino recentemente restaurato, dirigetevi nel vicino borgo di Nespolo , località a 5 minuti di auto da Collalto . Se avete più tempo suggerisco di effettuare una visita alle località che circondano il lago del Turano . Per chi avesse già programmato escursioni in zona, suggerisco di prevedere un pernottamento in località Varco Sabino alla scoperta di maestosi castagni, castelli diroccati e paesaggi antichi , magari pernottando in uno degli agriturismi presenti e assistendo alla preparazione di ricotte e formaggi che conservano ancora i sapori di una volta.

autore: Rolando Profita

01/10/06

La riserva di Canale Monterano


La Riserva di Monterano è un luogo assai piacevole e ricco di curiosità sia per adulti che per piccoli esploratori. Risulta facilmente raggiungibile da Roma , percorrendo la Cassia e poi  deviando sulla Braccianese. Per chi provenisse invece da Viterbo seguendo la via Cassia basterà seguire le varie segnalazioni per Canale Monterano.
Innanzitutto si troverà un ambiente incontaminato e anche alcuni scorci e paesaggi suggestivi che ricordano quelli rappresentati da molti pittori paesaggisti dell' 800 .
Il paesaggio naturale inoltre offre alcune sorprese costituite da alcune polle sulfuree ribollenti. Potrete raggiungere facilmente nella parte alta della riserva , anche i resti dell'antica città di Monterano comprendenti un acquedotto romano (foto a dx), i bastioni del palazzo baronale ed anche i resti , inclusa una copia scultorea di un leone, di una fontana disegnata dal Bernini per la famiglia Altieri .Se sarete fortunati e non ci sono troupe televisive o restauri in corso potrete dare un'occhiata al Convento di S.Bonaventura: davanti ad esso sono stati girati molti film storici da Ben Hur a Brancaleone alle Crociate ed anche varie fiction televisive recenti .
www.monterano.it
www.parks.it